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Palombella rossa

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su Palombella rossa

di Ivs
8 stelle

La politica ha sempre avuto un ruolo centrale nella filmografia di Moretti. Ma è con "Palombella rossa" che questo tema compie il salto di qualità diventando l'asse portante dell'intero racconto.
Questa pellicola,uscita nel '89,assume infatti la forma e i modi di una seduta psicanalitica. E precisamente quella di un militante del PCI che riflette sulla crisi di un'ideologia sospesa tra valorizzazione delle radici ed esigenza di rinnovamento (emblematica la frase "Noi siamo uguali ma diversi").
Moretti,ora con amarezza ora con sagace ironia,cerca infatti di condurre un'analisi su passato,presente e futuro di un partito che in quegli anni stava attraversando un delicato momento di transizione (il PCI si scise infatti in PDS e in Rifondazione comunista). Tante domande,molti dubbi,alcune risposte. E un accavallarsi continuo di sentimenti spesso contrastanti: rabbia (“Io non ci credo che la gente sta bene, che il partito comunista non serve più, che il capitalismo ha saputo risolvere le sue contraddizioni: è un’ideologia volgare e falsa” ), intolleranza verso un giornalismo stereotipato e qualunquista (secondo il protagonista c'è una forte correlazione tra crisi del linguaggio e carenza di contenuti), nostalgia (dell'infanzia,delle lotte studentesche,dell'amore romantico) e un pizzico di ottimismo.
La struttura - come tutti i film di Moretti - è frammentata e apparentemente disorganica ma il messaggio che ci lancia l'autore è forte e colpisce al segno:non bisogna fossilizzarsi sul passato. Occorre guardare al futuro e inculcare nelle nuove generazioni l'importanza dei sogni e degli ideali. Per cercare di costruire una società più giusta e far si che la lezione dei padri non venga dispersa nelle sabbie del tempo. O si infranga contro un muro,come l'ultimo rigore di Michele Apicella.

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