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Palombella rossa

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su Palombella rossa

di steno79
8 stelle

Film conclusivo del ciclo di Michele Apicella, "Palombella rossa" è un'opera decisamente fuori dagli schemi, film ideologico che riflette la crisi del Partito Comunista girato non a caso nel fatidico 1989, film sportivo sui generis il cui svolgimento è in buona parte occupato da una partita di pallanuoto, sport in cui Nanni Moretti aveva realmente militato, satira dei mass media nonché ennesima riflessione sulla società italiana in un momento di transizione. Troppe cose tutte insieme? Può darsi, ma il film è da godere nella sua voluta imperfezione di scrittura che lascia ampio spazio alla creatività, ad un collage di scenette dal marcato sapore surreale che risultano spesso esilaranti proprio per il gusto dell'assurdo che le anima, sapientemente trattenuto prima di scadere nella parodia (fra le mie preferite soprattutto quella in cui tutto il pubblico sugli spalti assiste ad alcune scene de "Il dottor Zivago" con un tifo da stadio, e che in seguito si mette a cantare una canzone di Battiato). Anche se risulta meno intenso e problematico rispetto al precedente "La messa è finita", che retrospettivamente può essere considerato il miglior film di questa prima fase di Moretti, "Palombella rossa" è una miniera di invenzioni e di trovate, condotto con un buon ritmo, dove Moretti riesce a trarre il meglio anche dal resto del cast, soprattutto da uno scatenatissimo Silvio Orlando nella parte dell'allenatore, con tormentoni linguistici esilaranti ("Marca Budavari"), una Mariella Valentini che rende bene la doppiezza della giornalista, e i due militanti politici Alfonso Santagata e Claudio Morganti che provocano continuamente Michele, aumentando la sensazione di assurdità di alcune situazioni. I contenuti politici secondo alcuni risulterebbero datati, ma a mio parere sono inseriti con più efficacia nel corpo della trama rispetto al successivo "Il caimano", con il regista/interprete che riesce a fondere la consueta autobiografia con una disamina decisamente pessimista della crisi ideologica che avrebbe travolto il Comunismo nel giro di pochi anni. Buon lavoro di Nicola Piovani in colonna sonora, come sempre.

voto 8/10

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