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World War Z

Regia di Marc Forster vedi scheda film

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La recensione su World War Z

di canaja
6 stelle

L’ex agente delle Nazioni Unite Gerry Lane viene richiamato in servizio a seguito del diffondersi di una violenta e tremenda pandemia. Il contagio, che si propaga con un’incredibile rapidità, trasforma le persone in zombie. Gerry, con l’intento principale di proteggere la sua famiglia, si imbarca in un giro del mondo finalizzato a scoprire da dove tutto ha avuto inizio, con la speranza che questo possa essere d’aiuto per trovare una soluzione.

Risultati del botteghino alla mano si è dimostrata vincente l’idea di quello che potremo definire il primo zombuster (blockbuster con zombie). Al successo della pellicola contribuisce sicuramente il periodo di particolare interesse verso zombie, vampiri, licantropi e quant’altro, oltre alla solita atavica fascinazione per le catastrofi mondiali (il pensiero della morte, nel nostro inconscio, è tutt’altro che inoperoso).

Bisogna aggiungere, comunque, che WWZ è essenzialmente un film d’azione catastrofico, non un vero e proprio zombie-movie (zero sangue, budella, squartamenti). La pellicola parte ad altissima velocità con fughe, combattimenti ed esplosioni, alle quali aggiunge, senza minimamente rallentare il ritmo, scene panoramiche con orde di non-morti.

Max Brooks, sceneggiatore di questo World War Z e autore del libro omonimo da cui è liberamente tratto il film, ha il “merito” di non approfondire troppo la materia puntando maggiormente sul susseguirsi di situazioni pericolose per il protagonista. Proprio alla luce di questa scelta possiamo permetterci di accettare tutta una serie di circostanze quantomeno assurde, che in un conteso più strutturato sarebbero risultate banali se non ridicole. 

Marc Forster, in cabina di regia, dirige in maniera adrenalinica e muscolare come aveva fatto in Quantum of Solace, mentre Brad Pitt -anche produttore con la sua Plan B-  interpreta con convinzione un personaggio che comunque ha ben poche sfumature.

Forse il difetto maggiore della pellicola è la mancanza di atmosfera: non c’è senso di minaccia, di precarietà e i personaggi non sembrano mai veramente terrorizzati, angosciati o spaventati. Immagino possa essere una scelta voluta per rendere il film meno destabilizzante e più accettabile al grande pubblico. Comunque sia, il prodotto è ben confezionato e non annoia.

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