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La forza del campione

Regia di Victor Salva vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su La forza del campione

di alan smithee
7 stelle

"Dove sei Dan? - Qui Che ora è? - Adesso Che cosa sei? - Questo momento." Un percorso sofferto ed incredibile di autodisciplina e purificazione che eleva fino alla perfezione. Improbabile ma attraente e ben girato.

"È il viaggio a renderci felici, non la destinazione".

Questa l'essenza filosofico-pratica a cui tende ed in cui si dirige la morale di una storia/favola a sfondo agonistico.

Una vicenda di campus, atleti in odore di olimpiade che devono dimostrare, oltre che una attitudine innata alla specialità alla quale si votano sin da bambini, anche una predisposizione mentale ed una autodisciplina caratteriale che spesso contrasta con le tendenze comportamentali di un giovane teenagers scombussolato dalla propria trasformazione ormonale e corporale in atto.

Dan è una promessa dell'atletica, specializzato in ginnastica e in particolare avolteggiare con gli anelli: la sua determinazione ed autodisciplina non vanno di pari passo con la vita caotica tutta amori frugali  (è molto bello e piace alle ragazze, ricambiato con soddisfazione) e corse folli in moto. 

L'incontro casuale (?) Mentre si allena correndo, con un anziano benzinaio ( soprannominato non a caso e con una certa affettuosa ironia Socrate) che si dimostra dotato di capacita fisiche eccezionali, nonché di una autodisciplina da guru, porterà il ragazzo a comprendere e costruirsi uno stile di vita, un carattere ed una determinazione di stampo quasi ascetico e trascendentale: "tutto ciò non è magia: è solo l'effetto di liberarsi delle stupidaggini che abbiamo nella testa, quelle che ti convincono che non vali abbastanza".

Un grave incidente che Dan si procura, e che apparentemente lo rende claudicante a vita con placche di metallo intorno al femore, potrà non essere, contrariamente ad una diffusa opinione popolare, un freno per l'ascesa irresistibile del giovane affascinante e straordinario atleta.

Giocato come la trasposizione "sognante" ed inevitabilmente edulcorata da un un fatto vero ed apparentemente incredibile di autodeterminazione e forza nelle proprie capacità ed attitudini, autogoverno e disciplina, La forza del campione porta la firma di un regista horror (circostanza che si nota in più occasioni) che fortunatamente non rinuncia pure qui alle ossessioni che rendono particolare ed attraente il suo cinema: i corpi giovani, la strafottenza dell'età in cui ci si sente indistruttibili, le amicizie e le confidenze virili tra coetanei e tra un uomo maturo ed il suo discepolo.

Dall'autore controverso  (soprattutto per burrascosi e controversi trascorsi personali) del bellissimo Jeepers Creepers, ecco una produzione a budget decisamente più alto del solito, che riesce ad andare oltre ai limiti di Karate Kid o similari prodotti edulcorati da ingenui sentimentalismi tipici di prodotti standardizzati per un pubblico adolescenziale. Qui l'agonismo crea mostri e sviluppa cattiverie che rendono i contendenti come sciacalli determinati ad emergere a scapito deglu altri e di una amicizia che pareva ibdissolubile.

Ottimo Nick Nolte nel ruolo del guru, mentre il protagonista Scott Mechlowicz eccelle in prestazioni ed evoluzioni ginniche (girate con l'ausilio di poche controfigure) e appare adeguato come accorato e devastato (fisicamente come interiormente) protagonista.

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