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007 Skyfall

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su 007 Skyfall

di alan smithee
6 stelle

Non è più tempo per gli eroi, per i servizi segreti, l'intelligence, l'MI6 o quant'altro.....E' quello che una supponente ministro donna comunica a "zietta M" convocandola per giunta ad una udienza nella quale la donna dovrà render conto di tutta la costosissima macchina spionistica e investigativa da lei diretta con determinazione da chissà quanto: una struttura costosissima in tempi di crisi, troppo onerosa in un periodo in cui non ci sono piu' Stati indisciplinati e lontani da tenere sotto controllo. Ma il mondo ora e' sotto scacco non piu' da parte di nazioni ribelli o votate al terrorismo: il mondo e' in balia di singole menti criminali, una delle quali torna a galla a minacciare personalmente la nostra instancabile zietta; che troverà in Bond il suo consueto angelo custode, pur se tra i due, ora piu' che mai, non corre buon sangue: lui la definisce "stronza", lei non ci pensa un secondo ad ordinare di sparare all'agente Eve Moneypenny (Oddio ecco uno spoiler...ma in fondo ammettiamolo...sai che sorpresa....), che naturalmente centra il nostro eroe anziché il cattivo di turno e si assicura in tal modo una lunga carriera da ufficio a sospirare ogni volta che il suo gaglioffo belloccio superiore torna in ufficio.
E per Bond inizia un periodaccio di clandestinità, dato che tutti lo danno per morto e tutto sommato si rassegnano alla sua dipartita piuttosto in fretta, quasi con sollievo. Inizia un periodo di donne e alcol che riducono l'agente in uno stato psico-fisico piuttosto compromesso (anche se riprese insistenti sul fisicaccio di Craig - per tacer di un pubblico femminile che mai come nell'era del biondo attore ha mai tifato a tal punto per l'agente segreto - starebbero a dimostrare proprio il contrario), tanto che, non fosse per la zietta acida ma di cuore, l'agente non sarebbe nemmeno riuscito a passare l'esame di (ri)-ammissione dopo il ritorno in società. 
Il 23esimo film di Bond in fondo funziona, se si vuole tacere di tutta la macchina commerciale che fastidiosamente (e ora piu' che mai) gli gira attorno. Non crediamo che anche questa incursione d'autore (Sam Mendes dopo Marc Foster) sia particolarmente necessaria per la dinamica di un film in cui un regista "spesso" tutto sommato e' quasi sprecato (e io comunque rimpiango sempre il mitico John Glen, nato, cresciuto e poi tramontato con Bond e autore dei film anni '80 con Roger Moore (e Dalton) che tanto mi sono piaciuti durante la mia adolescenza perduta. Certo Bardem (brutto da far paura, e grande nella scena in cui si toglie la dentiera che gli sostiene un volto disgregato all'interno dal cianuro) e' un cattivo sui-generis, una forza deviata dell'intelligence, offesa e rancorosa, che trama vendetta su un(a) M mai così al centro dell'attenzione. Ma intanto la fantastica Judy Dench ci saluta ufficialmente, e pure lei viene liquidata con una lacrimuccia e nulla più, mentre Ralph Fiennes, terminata la saga di Harry Potter, prosegue il suo piano di accumulo pensionistico accapparrandosi il prezioso ruolo in questa saga, ormai di sicuro intramontabile.
Bond girls in verita' un po' fiacche (non brutte, ci mancherebbe, ma direi piu' anonime che in molti altri precedenti), mentre il nuovo Q ha l'aria secchiona ma efficace di Ben Whishaw, attore che mi piace parecchio.
Cercando di tirare le somme, il nuovo Bond e' un film abbastanza godibile, citazionista come mai fino ad ora di titoli di episodi precedenti, con una splendida sigla (come tradizione fin dai tempi di Connery, del resto) che qui anticipa cose che poi vedremo (e capiremo) nel prosieguo della fitta trama, e questa volta accompagnata dalle preziose corde vocali di Adele, interprete ed autrice di una canzone molto accattivante e superiore alla media degli ultimi episodi. Regia accuratissima, storia piuttosto insolita, cupa e mortifera, che scava insolitamente a fondo di personaggi precedentemente molto di superficie, ma anche un po' troppo farraginosamente lunga e prolissa, e tendente a rendere il complesso un po' pesante da seguire, magari se affrontato allo spettacolo più tardo delle 22,30. Denunciavo poi di un "battage" commerciale e relativo marchandising vergognoso, specchio piu' che mai dei nostri tempi malati di estetica, di inutilità, inganno e vendita di fumo, visto che l'arrosto e' gia' bruciato da tempo.

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