Espandi menu
cerca
Come un tuono

Regia di Derek Cianfrance vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Come un tuono

di mc 5
10 stelle

Voto: 10  Un film semplicemente meraviglioso. E pensare che mi ero fissato a rifiutarne la visione usando questa pellicola come un pretesto per la personale battaglia che sto conducendo contro la durata eccessiva di un sempre maggior numero di film. Ma se avevo teoricamente ragione a condannarne la lunghezza (2 ore e 20), avevo però torto marcio a liquidarlo come l'ennesimo prodotto americano per il quale produzione e regia avevano previsto di "allungare il brodo" a dismisura al fine di attribuire (come sovente accade) ad una normale pellicola lo status di "filmone", quasi a gonfiarne il peso apparente. No, per niente. Questo è sul serio un "drammone" che attraversa narrativamente un periodo piuttosto esteso, e dunque necessita di tempi dilatati e di un largo respiro che si traduce in una durata adeguata alla portata della vicenda. Io mi ero dunque impuntato pregiudizialmente a contrastare questo film, oltretutto in base a qualche frettolosa lettura di articolo di giornale immaginandomelo come un artificioso melodramma. E invece ho avuto occasione di scoprire un capolavoro che è già nel ristretto gruppo dei "film della mia vita". Il film è una produzione indipendente, che però qui in Italia la meritoria distribuzione Lucky Red del sempre ottimo Andrea Occhipinti ha voluto valorizzare al massimo, promuovendola con ogni mezzo, coprendo tutti i media possibili, col soddisfacente risultato che la pellicola si è rivelata al nostro box office un successo superiore alle aspettative, e anche il pubblico main stream delle multisale ne sta decretando un piccolo trionfo. Eppure non stiamo parlando di un film sofisticato o ricercato, insomma non è materiale da "topi da cineteca", no, questa è una pellicola popolare che racconta la storia di due uomini che il destino ha contrapposto, e dei loro due rispettivi figli, anch'essi posti fatalmente l'uno contro l'altro secondo la ben nota regola che vede le colpe dei padri ricadere inesorabilmente sui figli. Odio e vendetta, sentimenti e passioni, insomma tutti gli elementi di un intenso mélo popolare, raccontato in modo appassionante, coinvolgente, diretto. Abbiamo due uomini le cui esistenze hanno preso strade quasi opposte: un povero diavolo che per aiutare economicamente la sua ex ragazza (lo sfondo sociale è di estrazione che definirei proletaria) decide di rapinare (da affannato dilettante) alcune banche, e dall'altra parte un giovane poliziotto ambizioso quanto inesperto. La vita li mette uno di fronte all'altro, con esito tragico. Ma la vita continua, il tempo scorre, e i due rispettivi figli si ritroveranno, dopo anni, anch'essi drammaticamente contrapposti, fatalmente legati da un vincolo doloroso, perchè c'è un peccato originale che li accomuna e nel contempo li divide, che non cesserà mai di rappresentare per entrambi un trauma permanente. Una vicenda bella e profonda come ormai poche se ne vedono al cinema. Va dunque reso onore al merito di questo regista (qui anche co-sceneggiatore), Derek Cianfrance, il cui precedente lavoro, l'opera seconda "Blue Valentine", peraltro passato come una meteora nelle nostre sale, era anch'esso molto bello, a confermare la vocazione di Cianfrance per le ballate tristi ispirate a dolenti dinamiche famigliari. Quanto al cast, possiamo affermare che esso è superbo. Un efficassimo Ryan Gosling e un sorprendente Bradley Cooper entrambi in assoluto stato di grazia. Espressione, quest'ultima, da estendere senz'altro a tutto il resto del cast. Una Eva Mendes che lascia a bocca aperta perchè nessuno avrebbe immaginato che potesse essere così brava vestendo un ruolo di donna dimessa per lei del tutto inedito. Un Ray Liotta che impersona un losco ed oscuro poliziotto. Una Rose Byrne, trattenuta e dolente, che così bella non l'avevo vista mai. E infine Ben Mendelsohn nel ruolo del meccanico, attore non notissimo ma che si fa ricordare per una curiosa espressione da sballato. Imperdonabile sarebbe poi non segnalare l'importanza del commento sonoro, qui affidato al quel genio della musica contemporanea che risponde al nome di Mike Patton. In definitiva, un (melo)dramma morale dalle forti venature noir che implica un atto d'amore verso il Grande Cinema Americano (a partire da Martin Scorsese).

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati