Regia di Josh Trank vedi scheda film
"A grandi poteri corrispondono grandi responsabilita'", si diceva a proposito de L'uomo ragno (se non sbaglio); ed e' un po ' questa la chiave di lettura di questo curioso piccolo film che riflette non tanto sul perche' o sul da cosa siano generati questi "doni" soprannaturali, ma su come poterli gestire per vivere innanzi tutto una vita apparentemente normale, e soprattutto rispettando gli altri e il mondo circostante. Ecco che allora tre amici, ritrovatisi supereroi loro malgrado dopo l'ingresso incauto in un cratere nel mezzo di un bosco, si prefiggono di formulare delle regole di autogestione che consentano a tutti e tre di convivere al meglio con questa nuova loro caratteristica, che muta e diventa sempre piu' potente man mano che i protagonisti completano la conoscenza del loro nuovo sfaccettato potere. Tuttavia problematiche familiari difficili da conciliare con uno stato d'animo alterato da questa nuova potenzialita', finiscono per far saltare tutti i buoni intenti di contenere e regolare l'utilizzo di questa incontenibile energia; in particolare Andrew (un apprezzabile e molto espressivo Dane DeHann che sembra abbia le carte in regola per farsi conoscere in un vicino futuro), piegato da una drammatica situazione familiare (madre morente e padre violento alcolizzato), non riuscira' piu' a contenere la rabbia fino ad ora repressa dopo mille soprusi sopportati a denti stretti e comincera' ad assaporare la soddisfazione di dar sfogo ai piu' biechi istinti di difesa e di vendetta. Girato con un tripudio di effetti speciali poveri ma tutto sommato efficaci, il film risulta piuttosto interessante, con l'unico grosso handicap della scelta di uno stile mockumentary di cui a mio avviso non si sentiva per nulla la necessita'. Il regista e soprattutto lo sceneggiatore invece ci sguazza su questo labile appiglio, tanto piu' che il supoerpotere dei tre ragazzi giustifica pure la possibilita' di muovere abilmente con la forza del pensiero la mdp, che cosi' non e' neppure obbligata a simulare riprese grezze e da giramento di testa come se fatte in casa che invece contraddistinguono i molti (troppi) film che da Blair Witch Project in poi hanno infestato le sale.
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