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Re della terra selvaggia

Regia di Benh Zeitlin vedi scheda film

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La recensione su Re della terra selvaggia

di marcojes
8 stelle

2018 Appunti ulteriori

Il film narra di una fase di passaggio, di vera e propria iniziazione alla vita.
quella verso l'adultità e una nuova maturità vista atraverso la visione simbolica di una bambina.
Nuove forze e energie vanno attivate. Nuove connessioni cosmiche che ricapitolino l'intera filogenesi del mondo nell'esperienza puntuale di una bambina. Micro e macro coincidono in quella singolare esperienza iniziatica.
Per fare questo è necessario abbattere le dighe capaci di intrappolare i flussi, contenere la trasformazione. Bisogna sciogliere il rigore, il gelo in cui sono state intrappolate le energie ancestrali della vita (vedi bisonti preistorici). Il pugno al cuore del padre il gesto simbolico che attiva tutto il processo trasformativo. il passaggio di testimone dal padre alla figlia. Il saper gestire tale responsabilità fino alla fine cioè il prendere sulle proprie spalle la vita e saper accettare e gestire ritualmente la morte del padre, nell ritorno all'immanifesto, all'infinito. Come dicevo è importante non lasciarsi irretire dalle trappole sociali, solo quando cadranno le barriere, vedi la diga fatta esplodere, ecco allora l'energia dei fluidi e del fuoco invadere la terra, la palude sommergendo tutto, tutto trasformando, distuggendo per una purificazione apocalittica. Solo allora una nuova terra e una nuova vita ancora possibili. Ecco così sciogliersi i ghiacci interiori in cui erano intrappolate quelle energie arcane che risalendo alla coscienza si mettono a diaposizione della giovane. inginocchiandosi ai suoi piedi. Grazie a queste nuove forze si compirà il processo alchemico di trasformazione per accedere a una nuova vitalità. Grazie alla quale troverà il coraggio di accettare la vita così com'è compreso il ciclo della morte e il conseguente passaggio a una nuova fase immemorabile, indicibile.

 

VECCHIA RECENSIONE

Due modi di vivere a confronto.

Due tipi di umanità inconciliabili.

I moderni secondo le forme più riconosciute: i post-moderni come declinazione debole della modernità, l'ipermodernità come suo ulteriore sviluppo critico-conoscitivo. In ogni caso un uomo associato in comunità in nome della sicurezza, abile a costruire mondi logico-razionali utili a nascondere la miseria, la desolazione, la violenza della vita.

Poi ci sono loro. I veri post moderni, quelli emersi dopo il tramonto dell'uomo occidentale. Gli ultimi abitatori della terra. In un certo senso i primi. Oltre le barriere della società "civile". Quanti hanno accettato di vivere là in mezzo alla terra selvaggia abbracciando un nuovo regime esistenziale, un nuovo modo di pensare, di conoscere. Direttamente connessi con le forze cosmiche dell'universo. All'interno di un mondo magico emerso dalla interazione proficua con esse. Oltre il tempo cronico, la storia. Senza più passato o futuro. Immerso nell'istante puro del solo presente. Dove ogni cosa collassa senza residui. Dove tutto è possibile. Non prima di essersi lasciati alle spalle quel soggetto riflessivo capace ancora di autocommiserazione. Al suo posto un pensiero bambino, femminile, guerriero allo stesso tempo. Le stesse qualità di un novello stregone sciamano. Sempre sul punto di sfidare la morte o di esserne sopraffatto miseramente. Al di là della paura. Un sentimento inutile. Un fardello pericoloso in grado di bloccare il proprio agire istintivo in connessione speciale con il tutto.

L'apocalisse dell'umanità è già avvenuta. Solo gli ultimi, ovvero i primi nuovi uomini avranno le carte giuste per sopravvivere ancora. Per gli altri invece una scomparsa repentina senza più nessuno a nutrire sentimenti di pietà, di compassione.

Con il pensiero perennemente annebbiato, gli occhi velati, vivono allo sbando totale. Eppure lì nello stesso momento in cui i pensieri si perdono, il tempo sembra arrestarsi, si accede a una nuova dimensione spirituale, esistenziale. Abbandonata la commiserazione si entra in un nuovo regime di spietatezza, di disumanità. Allora al momento del bisogno una nuova energia sembra possederli, guidandoli da tergo. Una forza vitale aperta verso l'impossibile. Non senza aver prima lasciato andare i freni inibitori, di aver abbattuto le barriere protettive. Rest solo di abbandonarsi a quel gioco come bambini incoscienti.

In mezzo a quelle paludi ecco sorgere l'alba della nuova umanità a venire. Tutto questo a prescindere dal finale strappalacrime ancora troppo umano, del tutto fuori luogo con quanto prima visto e nel casomai da eliminare con un semplice cut purificatore.

 

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