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Trama

Anna (Isabella Ferrari) e Dino (Jean Marc-Barr) stanno insieme da molto tempo ma il loro è un legame fuori da ogni schema tradizionale. Non hanno mai consumato la loro passione e il sesso è assente dal loro matrimonio, tanto che per Dino la mancanza di ogni approccio fisico comincia ad essere qualcosa che lo tormenta, trasfigurandosi come uno dei drammi che continuano a forgiare il suo carattere complesso, derivante da un'infanzia difficile che ha visto l'abbandono da parte della madre dopo il suicidio del fratello. Non capace di reagire alla situazione creatasi con Anna, Dino intraprende una lenta discesa agli inferi che, tra incontri con prostitute e assidue visite a locali per scambisti, lo spinge a mettersi alla ricerca degli ex fidanzati di Anna per convincerli ad avere nuovi rapporti sessuali con lei. L'estate che si avvicina, però, potrebbe portare nuova aria nella loro vita, trovando rifugio dalla crescente disperazione.

Approfondimento

E LA CHIAMANO ESTATE: UN AMORE SENZA SESSO

Presentato al festival Internazionale del Film di Roma 2012, E la chiamano estate è stato accompagnato dalle seguenti note di regia:

«Anna e Dino e la loro “estate”. Si può chiamare “amore” questo? Un amore che rinuncia al sesso dunque alla sua realizzazione nel piacere e nel soddisfacimento dell’impulso? Dino il protagonista “ama” Anna ma ha paura di perderla, di deluderla, di farle del male. E allora “non può” desiderarla. Forse Anna è bella, troppo bella per lui… Dino pensa di non meritarsi niente, forse si odia, forse è proprio lui il peggior nemico di se stesso…
Attraverso alcuni momenti narrativi della coppia vissuti in una “simbolica” stanza da letto, parole pronunciate da amici ed estranei, scene iperrealiste, a tratti quasi rubate, brevi ricordi che affiorano insieme a delle fotografie, immagini di un telefonino con cui Dino riprende le sue notti, si ricostruisce piano un puzzle doloroso, quasi un rebus, di questo uomo imprigionato nella sua “coscienza infelice”, come l’ha definita Sartre.
Un mosaico fatto di tante tessere, che appartengono al passato, al presente, al futuro e che si mescolano, rivelando il significato ultimo solo all’ultimo tassello, all’ultimo fotogramma.
La scissione che Dino attua tra eros e sentimento è spietata e totale e non gli lascia alcuna via di scampo, se non condurre una doppia vita facendo compulsivamente  sesso  con prostitute e coppie di scambisti e ritornando a casa con un grande vuoto dentro e una spina sempre più profonda nel suo cuore.
E Anna, la sua “amata”, come reagisce di fronte a tutto questo? Perché non si ribella, perché non lo lascia? Può sembrare assurdo ma questo vuoto, questa sofferenza di Dino la fa sentire profondamente amata. La sua insostituibile chimera. Si sente appagata, nonostante la frustrazione dell’assenza del rapporto fisico. Anna ha sempre rifiutato gli schemi, le prigioni, anche quelle dorate di una famiglia rassicurante o quella di un ex compagno che, con il suo amore soffocante, non le lasciava spazio di respirare. Di immaginare… Perché forse, in questa storia, l’elemento della immaginazione assume un ruolo importante. È il punto di partenza e di arrivo di questo “amore” che rimane sempre “potenziale”. Rimane un’astrazione. Una speranza. Un sogno. Il sogno. O forse una fuga dalla realtà che delude e disattende le aspettative, troppo spesso.
É una coppia profondamente romantica quella di Anna e Dino. Romantica fino allo struggimento. Qualcuno definirebbe quest’uomo un borderline, un nevrotico con un grande senso di colpa che non gli permette nemmeno di sfiorare la felicità, la completezza, l’appagamento. Le sue notti trasgressive non fanno che inaridirlo, trascinarlo sempre più giù, nel fondo di un abisso.
Senza amore il sesso rischia di diventare un atto meccanico. Ossessivo. Compulsivo. Questo Dino lo sa, perché dietro la sua nevrosi, o perversione?, c’è un eroe tragico. La sua sensibilità gli impedisce di diventare indifferente, come tanti, troppi uomini, ma non gli permette nemmeno di chiedere aiuto a nessuno. E allora ecco che Dino preferisce esercitare su di sé tutta la violenza e il dolore che cova dentro, allontanandosi dal suo “grande amore” che si dissolve nell’aria come un battito d’ali o un’estate troppo breve…
Per quanto concerne l’aspetto stilistico, sento in questa storia molto particolare la necessità di distaccarmi da un certo impianto classico. L’andamento narrativo frammentato mi è parso il più congeniale per raccontare l’inquietudine, la drammaticità di questo amore.
La molteplicità delle forme si presta perfettamente ad un progetto artistico come questo. 
Brevi monologhi in primo piano che rinviano a una seduta psicoanalitica e ad un appello allo spettatore a sospendere il giudizio. Immagini che alludono ai sogni, ai ricordi, al presente, scene reiterate che nella loro ripetizione di bergsoniana memoria acquisiscono il loro significato ultimo.
Ma tutto questo, tengo molto a sottolinearlo, in una compagine di grande semplicità e fruibilità, come quando ci si trova di fronte a un vecchio album di fotografie, un po’ disordinato, dove si ritrovano vecchie foto in bianco e nero, polaroid sbiadite mischiate a posati più eleganti e recenti. E noi rimaniamo lì, increduli, con un nodo alla gola davanti alla vita che ci sta passando accanto…».

Note

Franchi se la gioca a tutto campo. Con l’aiuto di Jean-Marc Barr crea un personaggio forte e sgradevole sul quale veglia una sensuale e distante Isabella Ferrari. Pone questioni forti e le risolve filmicamente sul piano della pura messinscena. Immerso in una luce bianca e abbacinante quando non è sottratto a un buio livido, il suo film intriga e si muove in modalità che sembrano farsi beffa della guida con pilota automatico, caratteristica della maggioranza della produzione corrente. Insomma, Franchi ha realizzato un film adulto e coraggioso.

Trailer

Commenti (2) vedi tutti

  • Si poteva fare e mostrare di più. Il tema sessuale è sterile senza uno sguardo puro, reale e spregiudicato dell elemento corporale e sessuale.

    commento di scapigliato
  • Film incentrato sul sesso nel quale Franchi riesce nella non facile impresa (considerato il tema) di non scadere mai nel superficiale voyerismo, sviscerando invece il senso più profondo del dramma narrato.

    leggi la recensione completa di marcopolo30
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lorebalda di lorebalda
6 stelle

Enigma Franchi. Non è un film facile E la chiamano estate di Paolo Franchi, regista italiano di nicchia. Sembrerà un’esagerazione, ma forse è il film che di recente più mi ha costretto a ripensamenti e revisioni. Inutile negarlo, il film è sbagliato: lo si può guardare cento volte, ma gli errori di Franchi rimangono. Eppure, accanto ad autentiche cadute di gusto e di stile, ne E la… leggi tutto

5 recensioni sufficienti

Recensioni

La recensione più votata delle positive

passo8mmridotto di passo8mmridotto
7 stelle

Presentato al Festival di Roma 2012, dove ha vinto 2 premi, miglior regista Paolo Franchi e migliore attrice Isabella Ferrari, il film è praticamente scomparso dagli schermi. Al Festival stesso, le reazioni di pubblico e critica sono state molto contrastate, probabilmente il tema trattato non è stato accettato unanimamente. Eppure, le recensioni sui quotidiani sono state quasi… leggi tutto

3 recensioni positive

Recensioni

La recensione più votata delle negative

yume di yume
4 stelle

Quando sono arrivata a “Se piangi nell’acqua non le senti le tue lacrime” ho smesso di guardarlo  Mancavano venti minuti alla fine, mi sono chiesta perchè continuare a farsi del male. Ma poiché a domande del genere di solito non c’è risposta, dopo un po’ ho ripreso, avevo letto da qualche parte di un finale folgorante e così,… leggi tutto

7 recensioni negative

2017
2017
Nel mese di dicembre questo film ha ricevuto 3 voti
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2016
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Recensione

passo8mmridotto di passo8mmridotto
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2015
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marcopolo30 di marcopolo30
6 stelle

Ricordo di aver letto tre anni fa nella cronaca del resoconto del Festival di Roma che l'annuncio del premio come miglior regista a Paolo Franchi per questo “E la chiamano estate” fu accolto in sala con bordate di fischi e pesanti insulti. Ora, che un film magari imperfetto ma innegabilmente coraggioso come questo possa scatenare tali reazioni la dice lunga sul livello culturale e di…

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2014
2014
Nel mese di novembre questo film ha ricevuto 3 voti
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Recensione

ed wood di ed wood
7 stelle

Apprezzabile e discutibile tentativo di distanziarsi da certi stereotipi e certe soluzioni corrive del cinema (wannabe) d’autore italiano degli ultimi anni, “E la chiamano estate” è tanto entusiasmante quanto detestabile. Da una parte incanta e spiazza per l’estetica, così lontana dalla sciatteria di tante produzioni nostrane (eccezion fatta per la dizione…

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champagne1 di champagne1
4 stelle

Anna e Dino sono una coppia non più giovanissima, in cui il rapporto si sta modificando raggiungendo aspetti non convenzionali. Anna sembra essere ancora molto innamorata, mentre Dino  si estranea da rapporti fisici con lei, andando a preferire incontri ad alto tasso di trasgressività, come le frequentatrici di locali per “scambisti” o squallde prostitute. Ma…

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Nel mese di aprile questo film ha ricevuto 4 voti
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Isabella Ferrari
Foto

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ezio di ezio
4 stelle

Una coppia barcolla per tutto il film tra tradimenti e riappacificazioni con tutti gli annessi e connessi.Un film che mi ha deluso molto...e' veramente brutto e noioso.Eppoi due pallini di erotismo...ma quale erotismo ???Tanti nudi (anche integrali ),copule,ma sembrano belle statuine...sesso freddo come il ghiaccio...un erotismo veramente "gelato".....ma godetevelo voi....io do un mediocre ed e'…

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easyboy82 di easyboy82
2 stelle

La Ferrari che fa vedere la mona. Non è una provocazione ironica. E' la scena di apertura del film. Molto simbolica, sicuro. Ma anche molto involontariamente comica. La fa vedere anche almeno altre due volte se non erro nel ricordare. Il problema è che nonostante tutto questo mostrare al suo compagno con lei non gli si rizza. E non si capisce perchè. Perchè lei gli piace e tanto e ne è…

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2013
2013
Nel mese di ottobre questo film ha ricevuto 3 voti
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alan smithee di alan smithee
6 stelle

E la chiamano estate Questa estate senza te Ma non sanno che vivo Ricordando sempre te ………………….. E le chiamano notti Queste notti senza te Ma non sanno che esiste Chi di notte piange te….    Franco Califano per Bruno Martino in un pezzo nostalgico di metà anni Sessanta che si inserisce perfettamente nel contesto contemporaneo patinato e immerso in un bianco…

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yume di yume
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Nel mese di giugno questo film ha ricevuto 4 voti
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OGM di OGM
6 stelle

Monotonia inespressiva. Ripetizione di discorsi lasciati a metà, e ripresi senza mai rilanciare. Paolo Franchi sviluppa un’idea drammatica insistendo sulla reticenza che ama tornare sui propri passi, per scandire ancora una volta, con un accento appena un po’ diverso, le stesse laconiche frasi. Dino ama Anna. Dino con Anna non vuole fare l’amore. Dino, senza Anna, è un maniacale…

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barabbovich di barabbovich
2 stelle

Quando è stato presentato al Festival del cinema di Roma, E la chiamano estate - ennesimo titolo a corto di idee che va a depredare il repertorio della canzone (non fossero bastati Sono un pirata, sono un signore, Com'è bello far l'amore, Nessuno mi può giudicare, C'è chi dice no, Almeno tu nell'universo, Una canzone per te, Figli delle stelle, Questo piccolo grande amore, La prima cosa…

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2012
2012
Nel mese di novembre questo film ha ricevuto 11 voti
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Recensione

karenb72 di karenb72
4 stelle

Un film asettico come asettici sono gli interni nei quali è girato. Asettico come il lavoro del protagonista. Asettiche le scene di sesso. Asettica la recitazione di Isabella Ferrari. Ed asettiche le vite dei protagonisti che ruotano completamente (ed inverosimilmente) attorno alla mancanza del rapporto carnale. Come se questo li identificasse completamente. Niente storia. Nessun futuro.…

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Recensione
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