Trama
La Baia del Re era il nome della località scandinava di confine da cui partì una sfortunata spedizione al Polo Nord, ma è anche il nome con il quale gli abitanti del quartiere Stadera di Milano si riferiscono alla loro zona, rifiutando la denominazione data dal regime fascista. Il quartiere milanese è un luogo di confine tra emarginazione e integrazione, tra degrado e riscatto, in cui sorge un'associazione dove si incrociano i destini di un'insegnante e di una ragazzina, che a vicenda si filmano in un viaggio che porta fino all'Artico, terra di minacciosi orsi polari e grandi distese di ghiaccio.
Note
Il documentario sociale lascia presto il posto alla storia d’amicizia che si instaura tra l’educatrice Claudia e l’allieva Valentina, comunque avamposto da cui osservare la comunità di adolescenti a rischio. È a questo punto un lutto terribile, capace di travolgere l’esistenza della regista, entra a gamba tesa, nella vita e nella finzione, destabilizzando qualunque premessa. Lasciando la Baia del Re dimentica così il principio di unità d’azione, trascurando la benché minima compattezza narrativa. Un rischio enorme anche per il cinema del reale, qui solo in parte superato grazie alla spiazzante verità di un dolore altrettanto in grado di coinvolgere lo spettatore.
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