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Gravity

Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film

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La recensione su Gravity

di Utente rimosso (Cantagallo)
8 stelle

Un film spettacolare nel senso migliore del termine, perchè il cinema è anche spettacolo e Gravity permette di sciogliere gli ormeggi e lasciarsi riempire gli occhi da immagini di grande suggestione, elaborate sulla base della naturale bellezza del creato. E non si tratta solo di puro piacere estetico, ma anche di un’esperienza emotiva indotta dalla straordinaria prospettiva dello spazio: a quella distanza il pianeta terra è una visione commovente, mentre la buia diluizione della materia e l’assenza di un orizzonte definito sono quanto di più vicino all’horror vacui sia possibile tradurre in immagini. Terrore e meraviglia: si sta davvero sulle spine seguendo le evoluzioni degli astronauti al di fuori dei veicoli e si tira un sospiro di sollievo quando riescono a ripararsi all’interno di un qualunque involucro metallico ancorché in avaria. La più suggestiva e ipnotica è la prima parte del film, che crea una reale sensazione di isolamento reso attraverso il silenzio e la placida lentezza dei movimenti in assenza di gravità. Dal momento in cui si presenta il problema del ritorno sulla terra il film onora maggiormente i canoni del genere avventuroso, sia nel ripetersi del meccanismo narrativo ostacolo/superamento sia nel lasciare più spazio all’effetto dell’azione e del sonoro. La caratterizzazione dei due personaggi attinge ad alcune tipologie classiche: l’astronauta esperto interpretato da George Clooney, istrionico e capace di grandi gesti, e l’ingegnere medico interpretato da Sandra Bullock, la cui umanità emerge da un dolore pregresso mai sopito che ne giustifica la scelta di vita e l’assenza di legami. Alcuni passaggi un po’ convenzionali risultano giustificati considerando l'intenzione a monte ovvero realizzare un film solido con scene di fulgida bellezza che riesca nel contempo a non perdere nessun segmento di pubblico. Giusto per avere un termine di paragone e capire meglio la peculiarità della fantascienza di Gravity, ho ripensato a due recenti gioiellini indie, da me prediletti, ovvero Moon e Another Earth: a parte la differenza abissale nelle dimensioni della produzione, Gravity trae la sua forza da suggestioni di natura visiva e emozionale mentre Moon e Another Earth si distinguono per originalità e per maggiore spessore concettuale ma sono tutti esempi della felice rinascita di un genere che solo qualche anno fa sembrava avere esaurito le sue potenzialità. Per essere stato non solo il primo film che ho visto in 3D ma anche il primo interpretato da Sandra Bullock (non ho niente contro l’uno né contro l’altra, semplicemente finora non avevano mai incrociato la mia strada) direi che è indubbiamente da vedere, naturalmente su grande schermo, e che merita il suo posto all'interno del genere.

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