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Le notti di Cabiria

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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La recensione su Le notti di Cabiria

di Viola96
10 stelle

Dopo il capolavoro assolouto La strada e l'ottimo Il bidone, Fellini, con sguardo come al solito cinico e critico, continua con la sua rappresentazione della corruttibilità dell'animo umano, specie se contrapposto ad un animo decisamente più bonario e/o sognatore.  Cabiria è sempre stata una ragazza povera, anche di famiglia, che per vivere e per mangiare ha deciso di guadagnare vendendo il suo corpo, facendo, cioè, la prostituta. Eppure la ragazza è un eterna sognatrice, non incarna nemmeno minimamente il lavoro che fa: è ancora convinta di poter trovare il vero amore ed è pronta a fidarsi di qualunque persona le prometta questo amore o che le dia la minima speranza di un futuro migliore. Per questo, la maggior parte della gente che incontra, se ne approfitterà, lasciandola con i dubbi sul mondo e soprattutto con l'amaro in bocca. Fellini magnifico, scava all'interno del benpensare comune, fuoriuscendone limpido e soprattutto con una marea di risposte. L'uomo è per natura un approfittatore, che cerca di guadagnare a discapito degli altri, ma soprattutto è un gran vigliacco, perchè cerca di prendersi gioco delle persone più deboli, o più disposte a mettersi in gioco. Il personaggio di Cabiria, è, nella filmografia di Fellini, il personaggio femminile più paradossale: in perenne contrasto con l'amica Wanda, lei sì prostituta di professione, la Cabiria di Fellini è, mentalmente, una bambina che gioca a fare la donna, arrivando all'esasperazione di sè stessa. Nella sua ingenuità, si fa addirittura più nitido il contrasto di questa doppia natura della donna, che vorrebbe vivere in un ruolo da 'femme fatale', ma che ha paura di qualunque cosa, ed è facilmente distruttibile. Spietato il ritratto della Roma bene, da parte di Federico Fellini: ciò appare nitido nell'ormai famosissima sequenza dell'ipnotista nel cinema, dove la donna viene umiliata davanti ad un pubblico entusiasta e gongolante dell'ingenuità della donna. Fellini, non risparmia neanche il cinema, nella sua critica sociale. Non a caso, è proprio un divo del cinema, uno che oggi chiameremo vip, a prendersi gioco, in principio della povera prostituta. Con una sceneggiatura firmata, tra gli altri da Flaiano e Pasolini, il film è uno dei vertici cinematografici di Fellini, ha vinto l'Oscar per il miglior film straniero e ancora oggi è considerato uno dei migliori mise en scene della vita in luci e ombre di una prostituta, almeno nel cinema italiano. Inoltre, va ricordato come una delle migliori interpretazioni di Giulietta Masina, moglie e attrice feticcio di Fellini, quando qui, erano nel boom del loro sodalizio artistico. In un bianco e nero abbastanza piacevole, la camera da prese si muove sinuosamente tra le strade di Roma e inquadra soprattutto nella prospettiva, il personaggio principale, scovandone pregi e difetti, sia fisici che psicologici. Ma, nella conclusione del dramma umano, come spesso succede nel cinema di Fellini, si vede un barlume di speranza, alla fine del tunnel della vita di Cabiria, quando lei, decide di deviarsi verso una vita all'apparenza più allegra e spensierata, consona alla sua persona. Le notti di Cabiria, sono, ormai, (in)finite.

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