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Il cacciatore di Giganti

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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La recensione su Il cacciatore di Giganti

di supadany
7 stelle

Uscito (temporaneamente) dal mondo dorato degli “X-men”, Bryan Singer si cimenta con l’avventura, del tipo senza tempo, ma se il budget gli ha permesso di creare uno spettacolo di buona, a tratti anhe buonissima, fattura è anche vero che diverse cose funzionano meno bene.

Il contadino Jack (Nicholas Hoult) e la principessa Isabella (Eleanor Tomlinson) sognano una vita diversa e loro malgrado si ritrovano nel bel mezzo di una pericolosa avventura.

Per un incidente Isabella si ritrova nel mondo confinato sopra le nuvole dei giganti, Jack seguirà i soldati alla sua ricerca capitanati dal prode Elmont (Ewan McGregor), ma oltre il pericolo delle gigantesche, e fetide, creature, che non vedono l’ora di riconquistare il regno terrestre, dovranno vedersela anche con chi da questa situazione vuole ottenere il potere assoluto (il Lord Roderick a cui presta il volto Stanley Tucci).

 

 

Avventura che non trova un’efficace profondità (leggasi anche “epica”) e che sceglie un canale più simile a tante pellicole degli anni ottanta, una leggerenza di tono che, ad eccezion fatta di alcune sequenze con i giganti (ma le truculenze vengono volutamente lasciate fuoir campo), caratterizza l’andamento, insieme al romanticismo che lega Jack a Isabella, insieme ai loro sogni di un futuro diverso da quello che la società avrebbe in mente per loro.

In tal senso il lavoro in generale funziona egregiamente, niente di indimenticabile (insomma siamo lontani anni luce da un “Il signore degli anelli” a caso, nonostante i giganti nella loro rozzezza e sporcizia possano ricordare creature della Terra di Mezzo), con una costruzione graduata, un inizio non proprio invitante (i ricordi della storia animati in maniera poco convincente), una lunga parte avventurosa semplice, ma gradevole nel mondo dei giganti, una ripartenza scatenata quando tutto sembra finire fin troppo presto (per qualche minuto ho sudato freddo), una battaglia ardimentosa, risolta però in modo un po’ troppo frettoloso.

In tal senso il finale non riesce ad elevare il resto del racconto, il rimando ultimo lascia aperta una porta ad un eventuale capitolo secondo, ma visti i costi di questo film (quasi 200 milioni di dollari), tanto più se messi in relazione al risultato del botteghino, lasciano pensare che rimarrà un capitolo a se stante.

Per quanto riguarda il cast, non si è puntato sui grandi nomi, raramente utili in contesti del genere, però per un Ewan McGregor leggero e divertito, abbiamo un Stanley Tucci un po’ imbrigliato quando nelle vesti di cattivo avrebbe potuto fornire una caratterizzazione succulenta, mentre i due giovani protagonisti non sembrano possedere quelle doti naturali che hanno permesso a molti interpreti in passato di balzare in prima fila dopo passaggi di questo tipo, pur riuscendo a cavarsela.

Un film d’intrattenimento un po’ sbrigativo ma anche coinvolgente, ma nella battaglia dei grandi titoli si è visto di meglio negli ultimi anni, anche se lo spirito di base può vantare un respiro che non sarà poi profondo, ma che comunque possiede un racconto che riporta alle fiabe di una volta (quelle dove “vissero tutti felici e contenti”) con un impatto sostanzialmente felice.

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