Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Un ampliamento non a vanvera di un loro corto, un capolavoro di equilibrio sia cinematorgrafico che civile e politico. Un capolavoro in cui i Taviani mischiano con ottimo risultato il lato fiabesco contadino con la dura realtà di una popolazione coinvolta in una guerra civile dopo l'8 settembre. Gli occhi della bambina servono a mantenere ed a giustificare questo equilibrio, certamente non facile. I simbolismi ed una recitazione che sta fra il naturalismo ed il recitato teatrale raggiunge il suo effetto, facendoci fremere e partecipare in maniera sentita al racconto. La semplicità contadina ci fa raggiungere sentimenti che spesso sarebbero melodrammatici, ma che rientrano in un discorso disperato di poesia. Bellissime le figure tutte dei personaggi ed abbiamo anche un vero vivavio di attori che poi prenderanno il volo o almeno faranno delle belle cose, come i qui non citati: Paolo Hendel, in ruolo al limite dell'ironico, ma in preda a momenti drammatici; Davide Riondino, con una recitazione molto forte al limite del simbolismo, e che è l'immagine stessa del film nella scena delle lancie; Massimo Bonetti, in un bel ruolo di predestinato. Di Giacomo fa un'ottima fotografia ed è più che meritato il suo David. La sceneggiatura è legato ai due fratelli con aggiunta di Giuliani De Negri(anche produttore della coppia di registi) e Tonino Guerra, che lascia più di una traccia nella parte poetica. A Cannes gli fu attribuito un Premio Speciale, anche perché in quegli anni il cinema italiano non aveva fatto altro che vincere premi, e quindi fu escluso da quelli ufficiali. In Italia Vinse 5 David ed un Nastro d'Argento.
Siamo nel 1944 e un paese San Martino (SAn Miniato), viene minato dai tedeschi, la popolazione si divide in due; una non lascia il paese speranzosa di una sicurezza rifugiandosi in chiesa, ed un'altra che va verso i liberatori: gli americani, e con la speranza di libertà che esprime questo gesto.
Piovani fa un lavoro eccellente in accordo con il racconto corale ed emozionale
Il prete figura bella e semplice, che sposa la coppia di ragazzi con lei incinta
Bella figura dello sposo che rimane vedovo e perde il figlio ancora non nato, la sua disperazione ci fa fremere, come la sua spietatezza
Un'attrice che non può che colpire per il suo volto, la sua recitazione e la sua presenza. Qui il ruolo è bellissimo con una caratterialità che va in crescendo e l'accoppiata con Antonutti è perfetta.
Lo ritroviamo con i Taviani dopo l'exploit che ce lo ha inciso nella mente di Padre Padrone, ma qui affronta un ruolo diverso e ce lo fa ancora più apprezzare per la sua versatilità di grande attore. Un volto che esprime tutta la problematicità dei sentimenti con pochissimi gesti, ma quelli giusti
Un grande film, senz'altro fra i migliori dei fratelli, che con Padre Padrone si assicurano un successo anche popolare meritatissimo, peccato che dopo scenderanno la chian fino a raggiungere la piattezza recente di sceneggiati Tv
Un grande film, senz'altro fra i migliori dei fratelli, che con Padre Padrone si assicurano un successo anche popolare meritatissimo, peccato che dopo scenderanno la chian fino a raggiungere la piattezza recente di sceneggiati Tv
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