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Doppio gioco

Regia di James Marsh vedi scheda film

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La recensione su Doppio gioco

di michemar
8 stelle

Il merito enorme del notevole regista James Marsh è di aver girato un film asciutto, senza fronzoli, che punta dritto al cuore della storia: pochi romanticismi politici e dialoghi secchi, poco affettivo, tranne una ovvia mamma per il suo piccolino, e nessuna concessione allo spettacolo.

In un film maschio, maschile e durissimo domina una apparente fragile figura femminile, Collette, interpretata magnificamente da Andrea Riseborough, il cui nome in Italia usiamo solo per il genere maschile. Il suo viso diafano, i suoi occhioni puntati dritti sull’interlocutore diventano il centro dello schermo e della inquadratura, sempre, continuamente. Anche perché Collette è quasi sempre sulla scena, sia che vediamo all’opera la frangia estremista dell’IRA sia che intervenga il servizio segreto britannico a cacci dei terroristi dei Troubles.

 

Il merito enorme del notevole regista James Marsh è di aver girato un film asciutto, senza fronzoli, che punta dritto al cuore della storia: pochi romanticismi politici e dialoghi secchi, poco affettivo, tranne una ovvia mamma per il suo piccolino, e nessuna concessione allo spettacolo. Qui l’azione non è un vanto pubblicitario per fare cassetta, non servono attori tipo Tom Cruise o Tom Hardy, qui basta e avanza il perfetto Clive Owen, misurato ed efficace, fino a sembrare (e lo penso da molto) l’erede perfetto di Michael Caine. Parla poco e si muove forse anche goffamente come il celebre Michael e ha già (almeno in questa occasione) un accenno di stomaco prominente. Nessuna concessione quindi alla bellezza esteriore e alla prestanza fisica. Il suo Mac, agente dell’MI5, è freddo ma non insensibile e quando prende a cuore come un fatto personale la protezione di Colette sembra quasi cedere all’unico segnale emotivo e sensuale verso la povera e ferrea giovane signora intrappolata nella spirale della violenza irlandese.

 

 

Andrea Riseborough è per me una rivelazione come lo è anche il film e da oggi in poi mi aspetto solo altra produzione interessante dal regista, che non può essere semplicemente bravo solo nei documentari, come il premiato Man on Wire - Un uomo tra le Torri, che già di suo pare poco un documentario. Tutto sembra veritiero e reale e la storia fila liscia veloce come un proiettile: non si respira e si vola verso la fine con la netta sensazione che bene non può andare a finire. I Troubles sono spietati anche al loro interno (ogni volta che mettono sotto torchio qualcuno, perfino Colette, si prepara sempre il necessario per portar via il suo cadavere) e d’altro canto i servizi segreti britannici non vanno tanto per il sottile: cosa o chi potrà essere risparmiato?

 

La bellezza del personaggio di Collette è anche dovuta alla bravura dell’attrice protagonista che riesce efficacemente a mostrare gli emotivi passaggi dai momenti in cui è sola e avverte tutta la tensione della situazione rivelando la sua fragilità di donna e mamma ai momenti invece in cui è insieme alla sua rossa e lentigginosa compagnia ribelle e violenta dove è sicura, tranquilla e per nulla impaurita dagli uomini che la vogliono intimorire. Andrea Riseborough è esemplare!

 

La vincitrice sarà solo una e sarà una mamma o l’agente Mac porterà a termine il suo progetto di protezione? Di certo chi aspetterà con pazienza Andrea Riseborough e James Marsh alla prossima occasione.

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