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Argo

Regia di Ben Affleck vedi scheda film

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La recensione su Argo

di mc 5
10 stelle

Un mio amico di fb mi aveva accennato a questo film come di uno dei più belli del 2012, o forse aveva proprio usato l'espressione "film dell'anno". Se a questo aggiungiamo che tutte le recensioni lo ricoprivano di elogi ed apprezzamenti, si può ben capire che la visione a cui mi accingevo si accompagnava ai migliori auspici. Ed è andata che...beh, si tratta di una pellicola davvero strepitosa, che nessuno si dovrebbe perdere. Una veste vintage (siamo nel 1979, nell'Iran ribollente di Khomeini), una tensione che attraversa tutte le due ore senza mai un cedimento e che poi nel concitato finale diventa quasi insostenibile per ritmo e suspense, per non parlare poi d'un gruppo di attori di una bravura davvero eccezionale. Quel mio amico aveva ragione:"Argo" rientra a pieno titolo tra i prodotti più belli dell'anno che sta per concludersi. Ben Affleck, per lo meno come regista, ha un curriculum tutt'altro che sterminato ma comunque già molto significativo. Evidentemente si tratta di un cineasta che non intende sprecare le opportunità e se decide di fare un film deve essere motivato e dunque lo vuole fare bene, senza approssimazioni. Purtroppo mi son perso l'opera prima, quel "Gone baby gone" universalmente riconosciuto come un gioiellino, ma ho potuto vedere il successivo "The town" che mi piacque da morire. Ed ora arriva questo "Argo" tutto all'insegna dell'ulteriore salto di qualità e della maggior ambizione (si parla già di candidatura all'Oscar). Affleck possiede ormai un controllo pieno e maturo dei vari elementi del suo mestiere (di regista, intendo). Nessun passo falso, la sua mano nel dirigere gli attori è sicura (a parte poi la scelta del cast, che è perfetta). Come accennavo, lo sfondo è la Teheran del '79, in piena rivoluzione khomeinista, il clima è di estrema inquietudine, il popolo non fa che esprimere rabbiosamente disprezzo per l'America ("Satana"), colpevole innanzitutto di aver dato ospitalità all'odiatissimo scià Reza Pahlevi. La folla inferocita dà l'assalto all'ambasciata americana, sequestrandone 52 dipendenti. Nel caos di quei momenti, però, sei di loro riescono a fuggire e finiscono segretamente ospiti nella dimora dell'ambasciatore canadese. E proprio di quei sei sventurati ci racconta il film. E di come la CIA, attraverso l'agente speciale Tony Mendez (Ben Affleck) riuscì a prepararne la disperata fuga e il felice ritorno in patria. Tale operazione si dipana attraverso una serie di mosse le quali garantiscono una tensione continua che tiene lo spettatore avvinghiato alla poltrona. Per arrivare poi ad un finale abilmente costruito su un montaggio parallelo che sottopone il pubblico ad una gara contro il tempo davvero al cardiopalma. Insomma un vero thriller di quelli come si facevano una volta, una specie di benefico salto all'indietro, lontano miglia dai blockbuster d'azione moderni. Prima ho usato il termine "vintage": beh, credo che questa parolina trovi nella pellicola la sua massima espressione addirittura prima dei titoli di testa, quando sullo schermo appare l'antico (e rassicurante) logo della Warner su sfondo rosso, che credo di poter interpretare come un bel regalo a legioni di cinefili. Affleck ha potuto contare sull'ottima fotografia di Rodrigo Prieto, ma soprattutto su un parco attori favoloso. Io, che sono da sempre per un cinema d'attori, qui ho trovato pane per i miei denti, godendo letteralmente di alcune interpretazioni davvero formidabili. Lo stesso Ben Affleck recita per sottrazione, in uno stile trattenuto che è l'ideale per questo tipo di personaggio e che è nelle sue corde d'attore, misurato e mai fuori dalle righe. John Goodman e Alan Arkin sono assolutamente strepitosi, la chimica tra loro è evidente, e creano empatia in ogni spettatore che non può non trovarli adorabili. Detto di loro due, che sono -diciamo così- i più visibili, tutti gli altri non sono da meno. A partire da uno dei miei favoriti, il grandioso Bryan Cranston, una delle più belle facce del cinema americano "classico". E cito lui in rappresentanza di tutto il resto del cast, partendo dal personale della CIA per finire con gli stessi sei ostaggi (questi ultimi scritti peraltro con mano particolarmente felice in sede di sceneggiatura). Insomma, non c'è un attore che sia fuori parte, tutti a ricoprire ruoli azzeccatissimi. E a completare il quadro, mancano due nomi illustri sui quali non si può sorvolare. In veste di co-produttore troviamo infatti quel simpaticone di George Clooney e come responsabile di un classico commento musicale segnalo il prestigioso Maestro Alexandre Desplat. In definitiva, un thriller politico d'altri tempi, gustosamente vintage, e felicemente ispirato ad una tradizione civile chiaramente 70's, reso da tutti questi elementi fascinoso ed elegante. Uno dei più bei film del 2012, possiamo dirlo senza incertezze.


PS: Osservando Goodman e Arkin che brindano esclamando "Argo vaffanculo!", si ha l'impressione che, al di là del copione, si stiano divertendo sul serio. Ed è un'impressione che fa bene al cuore per chiunque ami il cinema e gli attori.


Voto: 10

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