Regia di Robert Schwentke vedi scheda film
Il poliziotto Nick Walker viene freddato dal partner durante un’operazione d’assalto. Nell’aldilà è reclutato dal R.I.P.D., Rest In Peace Department, allo scopo di stanare le anime criminali resistenti al trapasso. Affidato all’esperto collega Roy Powell, insegue la sua vendetta mentre si impegna a sventare un complotto planetario atto a bypassare il Giudizio Finale. Adattamento del fumetto omonimo targato Dark Horse, il film di Schwentke non ha un’idea originale manco a pagarla, saccheggiando a mani basse i buddy cops movie nell’abusato meccanismo ridanciano recluta/veterano, i demenziali sci-fi alla Austin Powers e, soprattutto, il modello dichiarato Men in Black, dando poi qualche colpetto all’horror fantasy (le mutazioni) e persino al western (Powell in cappellaccio e cinturone). A completare lo sfacelo l’umorismo riciclato, l’impianto action privo di fantasia, l’intreccio zeppo di buchi, personaggi persi per strada e sviluppi emotivi da asilo nido. Di certo il cast non aiuta - con Reynolds in modalità carbonfossile, Bridges prigioniero di se stesso e Bacon ad aggiungere un tassello all’autodistruzione di una carriera - ma il cineasta ci mette molto del suo, incappando in errori madornali di regia e di sguardo con i due agenti R.I.P.D. visibili agli umani in altre sembianze, ma inquadrati alternando i volti originali a quelli fittizi in modo del tutto casuale. Tipico film da evitare, R.I.P.D. suggerisce un nuovo modo per buttare al vento 130 milioni di dollari. Centotrenta. Milioni. Di dollari. Avete letto bene.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta