Espandi menu
cerca
Weekend

Regia di Andrew Haigh vedi scheda film

Recensioni

L'autore

OGM

OGM

Iscritto dal 7 maggio 2008 Vai al suo profilo
  • Seguaci 205
  • Post 123
  • Recensioni 3128
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Weekend

di OGM
8 stelle

Una relazione occasionale “diversa”. E l’inizio di un discorso che non può finire. Glen e Russell si conoscono una sera, in un locale gay. Subito scatta l’attrazione, e le parole cominciano a fluire. Sincere, abbondanti, incontrollate, soprattutto libere. Il giusto mix di fantasia poetica ed aderenza alla realtà. Il modo migliore per esprimere quell’amore che, ancora oggi, è confinato in un mondo sospeso, dove tutto è concesso solo perché nessun intruso desidera entrarvi per vedere, controllare, giudicare. Per Russell è il luogo fuori casa nel quale si sente alleggerito, perché non avverte più il solito peso sullo stomaco legato alle abituali frequentazioni di gente normale. La sua indipendenza ama vivere ai margini, raccogliendo ciò che la maggioranza tende a scartare: vecchi oggetti venduti ai negozi di roba usata, ricordi di cui ci si vergogna, momenti che si buttano subito via. La sua cucina è piena di tazze scompagnate, il suo portatile trabocca di confessioni, colte al volo, di frasi gettate al vento da ragazzi come lui, nell’istante in cui si trovano costretti a rivelare la loro vera natura. Glen e Russell abitano un universo in cui raccontare le esperienze sessuali equivale a parlare sporco:  registrarne i resoconti, scritti o verbali, è un’impresa tanto ardita da costituire, di per sé, una provocatoria opera d’arte. I due giovani sono creativi nel sostituire le inibizioni con l’impegno a trasformare il loro slancio passionale in una forma di letteratura improvvisata, ma sempre disciplinata dalla sensibilità e dalla sua elaborazione razionale. Provare il brivido della reciproca scoperta è imparare a fremere per gli stessi interrogativi, intrecciando i passi di una danza sensuale aperta verso l’ignoto. La condivisione più vera e profonda è quella che riguarda, sopra ogni cosa, le rispettive insicurezze. Il tutto può partire da un bacio negato per il timore di avere l’alito cattivo. E proseguire con la rievocazione di un’infanzia infelice, trascorsa in un orfanotrofio. Mettersi a nudo, per offrirsi all’altro,  comporta una sfida diametralmente opposta rispetto all’orgoglio del seduttore: è l’esibizionismo disarmato di chi accetta il rischio di non essere capito, e magari deludere le altrui aspettative. L’interprete di quel tipo di spettacolo non si aspetta l’applauso, ma solo un’altra messa in scena, che funga da risposta irriverente, e permetta al gioco di proseguire, sempre più pericoloso, sempre più folle. C’è una pazzia che, anziché esplodere nell’ambiente esterno, affonda nell’essere, scavando nelle finzioni interiori. È forse quella indotta dalle sostanze allucinogene, ma può essere anche l’effetto del primo incontro con uno sconosciuto, quella tela bianca in cui ognuno proietta ciò che vorrebbe essere, per poi mettersi ad esplorare il divario che lo separa da quell’immagine ideale. Quell’abisso va riempito con il non detto, con il mai pensato, con i concetti che si affacciano alla mente lì per lì, quando, insieme a lui, è naturale inventare un nuovo modo di descrivere se stessi, in opposizione al resto del mondo. Di certi argomenti non si può discutere con gli amici, ma la presenza di quella persona, estranea al punto giusto, né troppo vicina, né troppo lontana, giunge, provvidenzialmente, a segnare il confine di un territorio finalmente alla nostra portata, uno spazio vuoto tagliato su misura, da percorrere e conquistare. Può accadere anche nell’arco di un fine settimana, tra una fumata e una bevuta, con il letto che diventa il teatro di un intimo reality, senza premi da vincere, e senza nulla da dover dimostrare.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati