Regia di Whit Stillman vedi scheda film
L'ho sempre pensato che essere un pò sfigato ha i suoi lati positivi. Primo, fai parte di una cerchia di persone "diverse", e quindi puoi sentirti moralmente superiore. In più, puoi permetterti di essere un pò strano, un pò poeta, un pò misterioso. E poi le ragazze: per quanto super figo tu possa essere, a lei piacerà sempre l'insicurezza, la goffaggine dello sfigato. Lo so per esperienza. Che poi secondo me i film americani dipingano i gggiovani teenager un pò outsider come sfigati sognatori che vivono sulle nuvole, è un clichè. Però non conoscendo sfigati americani, non lo so con sicurezza. Qui siamo in un college, con le sue fazioni, i piccoli club, discussioni filosofiche tra ragazzi, fieri di appartenere a quel microcosmo in cui si riconoscono, in cui condividono gli spazi con i propri simili. Qui c'è un gruppo di sole donne che cercano di prevenire i suicidi dettati da cause, diciamo, sentimentali. In sostanza: se ti metti con lo sfigato di turno e non con il super figo, sappi che non ti farà soffrire, perchè egli sarà grato di questa possibilità. Già, ma tutto questo non vi pare un pò arrogante? Il diritto di arrogarsi il merito della felicità che concedete agli altri? Se fosse stato solo così, probabilmente avrei lasciato il film a metà. Invece è molto più sottile, più psicologico, con inversioni di ruoli, battute fulminanti, e critica alla società sul sessismo, sulla depressione, sulla diversità altrui. In sintesi, un buon film recitato molto bene, in cui le persone si inseguono e poi si perdono, e si innamorano ancora, perchè è così che va la vita: è una sola, e non possiamo perdere tempo. ma afferrando tutte le possibiltà che ci vengono concesse.
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