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Nato il quattro luglio

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nato il quattro luglio

di GIMON 82
8 stelle

Dopo il Vietnam autobiografico di "Platoon",ecco il Vietnam dagli occhi del reduce disilluso e ferito.Il Vietnam di Stone si divide in tre titoli: Platoon,Nato il 4 luglio e Tra cielo e terra,tre film in tre "occhi diversi",dalla recluta al reduce sino alle vittime.Oliver Stone riprende il tutto dalla biografia di Ron Kovic,reduce della sporca guerra,nazionalista e patriota convinto,ma la guerra non si esprime attraverso gli "ideali",essa è un gioco di dolore e mine vaganti,relegate sul terreno straniero ed esplosive nell'amputare una parte di te.Quando Ron Kovic perde le gambe cade nel dolore profondo di soldato ferito,un qualcosa d'intangibile e amaro reso da Stone manifesto dell'illusione di una nazione per cui sei solo automa col fucile o carne da macello.Kovic non solo uccide per sbaglio un commilitone,ma perde l'uso degli arti inferiori e sopratutto diventa impotente.Qualcosa di difficile da sopportare,l'unico modo per sopravvivere è dare un senso alle ferite fisiche e psicologiche affidando se stesso ad un movimento per la pace.NATO IL 4 LUGLIO è un film di protesta e di ferite aperte,il Vietnam compare velatamente e mostra il fuoco e il sangue in movimenti di camera al ralenty,come un volersi soffermare sull'assurdita' della violenza per la patria o la bandiera.Stone si affida alla sua regia vigorosa e dai tocchi retorici ma ammalianti e dolorosi nel commuovere.Tom Cruise offre la migliore performance della carriera nei panni del soldato traumatizzato nel corpo e nell'animo,la dimostrazione umana di come l'uomo è una cosa a se,non integrata con retoriche da nazionalismo ed esaltazione.Un film forse troppo dilungato negli eccessi di dolore e "colore" ma bellissimo nella fotografia "opacizzata" in pieno stile anni 60.La regia è magnetica ed emozionale nel regalarci la vita della famiglia a stelle e strisce,quella cattolica e impregnata di stereotipi nazionalisti,coi riti domenicali, tacchini del ringraziamento e i college,ovvero i serbatoi del virilismo maschio tramutato poi in corpi amputati e menti depresse.Ron Kovic dal suo dolore trae una forza vitale utile a far conoscere come la guerra e le vittorie siano solo una facciata stupida e sporca,una  gioventu' terminata in una serata di ballo da college,con un bacio sotto la pioggia.Un passaggio scenico significativo,donante la forza nostalgica di rimpianti mai sopiti espressi attraverso urla di rabbia e dolore.Cruise e Stone hanno rappresentato l'America ferita e urlante e sconfitta in una sorta di manifesto generazionale,dove il giovane della porta accanto diviene un "eroe" suo malgrado,coinvolgente e amaro risulta il viaggio in Messico di Ron,alla ricerca di un se perduto,dove l'amore è qualcosa espresso nelle lacrime rabbiose e non nel fisico.L'incontro/scontro con un altro reduce mutilato (Willem Dafoe) è straordinario nel donarci la rabbia incontrollata e dolorosa di due vittime della politica guerrafondaia.Una pellicola che non è tra le migliori sul Vietnam per un didascalismo cercato ad ogni costo e in ogni posto.Le sottolineature sul dolore e le ferite rimangono pero'significative sopratutto nel mostrare il travaglio interiore di un reduce,utilizzato come polvere da cannone,di cui oggi rimane solo la voce ed uno spiritualismo molto "figlio dei fiori",denotabile nel look di Cruise,capellone e con barba.Una metamorfosi emblematica nel cancellare il ragazzino esaltato e patriota regalandoci una voce e un corpo a meta' scagliato conto le ingiustizie politiche che diverra' il simbolo di una vita da rimpiangere e di una generazione spezzata.....VOTO 7.

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