Espandi menu
cerca
Madagascar 3. Ricercati in Europa

Regia di Eric Darnell, Tom McGrath vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Madagascar 3. Ricercati in Europa

di mc 5
8 stelle

Questo è il caso di un film cui attribuirò probabilmente il massimo dei voti ma con una punta di (notevole) insoddisfazione. Cercherò di spiegarmi. La Dreamworks di Steven Spielberg è ormai da tempo leader nel campo dell'intrattenimento animato e ne abbiamo qui clamorosa conferma: il film è di un godibile assoluto, diverte ed entusiasma. Ma c'è il solito problema: la Pixar è più avanti. Una parola di più la si potrà dire tra poche ore, dopo la visione dell'imminente nuova avventura targata Pixar ("The brave"), che peraltro si vocifera sia, in ambito della famosa "casa" americana, il prodotto finora più vicino all'intrattenimento puro per famiglie (in stile Disney), tuttavia io prevedo che la Pixar avrà anche questa volta la solita marcia in più: quella della Poesia, dell'Arte, del Lirismo. Tutti elementi che, spiace dirlo, ma nei prodotti Dreamworks latitano, sostituiti da questa incontenibile voglia di "fare grande spettacolo per grandi e piccini", peraltro riuscendoci in pieno. Mi verrebbe da usare un termine: "pop di lusso": intrattenimento popolare ma ai massimi livelli tecnici. Ma senza quella vena malinconica e riflessiva presente in ogni prodotto Pixar. Certo, anche qui non mancano i risvolti "riflessivi", ma (come dire)....in "formato famiglia". Nella sceneggiatura di questo "Madagascar 3" è presente un colpaccio di genio, un richiamo davvero bello al celebre "Cirque du Soleil", realizzato attraverso la descrizione di una serie di animali circensi rappresentati con clamorosa efficacia. Qualcosa di raffinato, e dunque quasi agli antipodi rispetto ai pinguini chiassosi che mandano in visibilio i bambini. Ebbene, non ho potuto evitare di considerare quali vette di sublime Poesia un simile nobile riferimento avrebbe ispirato allo staff creativo Pixar, probabilmente un trionfo dell'Arte Animata. E invece qui, per carità, tutto molto bello e anche intrigante, ma questa necessità di accumulare gag e divertire ad ogni costo, ridimensiona a mio avviso ogni ambizione. C'è poi, in questo circo scalcagnato ma nobile, un personaggio inquietante, decisamente fuori dai canoni "pop" della Dreamworks: l'orso Sonia, un plantigrado che è una maschera triste e solitaria, che pare quasi ispirato a un essere autistico, figura psicologicamente insondabile e complessa. Ma Sonia è l'eccezione che conferma la regola Dreamworks: personaggi riconoscibili, con identità facilmente individuabili che corrispondano a psicologie ben precise, in modo da non turbare l'oliatissimo meccanismo di una squadra vincente che non si cambia. Se devo esser sincero, (e col massimo rispetto per le folle di bambini plaudenti), i pinguini, i leoni, le giraffe e gli ippopotami, mi hanno un po' stufato (i lèmuri no, che mi divertono ancora nella loro furia irriverente). E infatti dove gli autori Dreamworks hanno stavolta dato il meglio, facendo davvero faville, è nelle caratterizzazioni dei nuovi personaggi, vale a dire i componenti del Circo Zaragoza e poi quell'autentico delirio creativo che è la commissaria di polizia Chantel Dubois. Il Circo Zaragoza è ormai solo un marchio svuotato di ogni senso, un mero contenitore di ricordi, composto da circensi caduti in disgrazia, ma pronti a ricompattarsi in mome della solidarietà e dell'amicizia che lega gli animali del circo. E qui abbiamo una galleria di personaggi davvero strepitosi: il già citato "orso Sonia", la tigre Vitali che esegue il supremo numero del cerchio di fuoco, Stefano il leone marino italiano incline a sottovalutarsi, Gia la graziosa giaguara acrobata. Tutti personaggi frizzanti ma che racchiudono ciascuno una vena malinconica, più o meno evidente. Una vena che non è certo ai livelli crepuscolari e romantici della Pixar, ma che è sufficiente a controbilanciare parzialmente quel clima festosamente popolare che entusiasma il pubblico più giovane. Ma dove gli sceneggiatori hanno sfiorato le vette del sublime è stato nella creazione del clamoroso personaggio del capitano di polizia Madame Chantel Dubois, un'esistenza votata ad acchiappare gli animali e sommamente il leone, il super trofeo! E' un piacere assoluto vederla cavalcare la sua moto, surfando per le strade della città lanciata in assurdi inseguimenti, oppure mentre strisciando al suolo annusa ogni indizio e assaggia perfino le pozzanghere. Ma il massimo del godimento è vedere la trasfigurazione del suo volto quando canta "Je ne regrette rien" di Edith Piaf, adottando una serie di movenze che richiamano l'applauso. Un personaggio talmente strepitoso che merita da solo il prezzo del biglietto, senza se e senza ma. Da segnalare inoltre una perfetta ricostruzione scenica di ognuna delle città attraversate, da Montecarlo a Monaco, da Roma a Londra, e finalmente a New York. Discorso a parte quello della colonna sonora. Qua non troveremo certo l'ispirazione di un gigante come Randy Newman, ma ci dobbiamo accontentare dei gorgheggi, pompati come si conviene ed accompagnati ad un mega laser show, di un idolo pop come Katy Perry col suo disco-anthem "Firework" (funzionale alle immagini, ma comunque furbo nel conquistare il consenso dei giovanissimi fans di MTV). Concludendo. Manca la Poesia. Ma c'è tanto divertimento popolare. In fondo c'è bisogno dell'una e dell'altro. Però..però...è con la Poesia che il cinema "animato" si fa Grande e vince gli Oscar.


Voto: 8/9

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati