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Biancaneve

Regia di Tarsem Singh vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Biancaneve

di miss brown
4 stelle

Tre BIANCANEVE in uscita nel 2012, tutte e tre produzioni Usa: spero che le altre siano migliori - la visione di MIRROR, MIRROR (questo il titolo originale) potrebbe spingere all'abuso alcolico il più inveterato degli astemi.
L'inizio è promettente: la voce fuori campo della Regina/Julia Roberts (una voce bellissima, profonda e sensuale, ben diversa dal garrulo doppiaggio italiano) racconta dal proprio punto di vista le prime pagine della favola di Biancaneve in un grazioso cartone animato, dai disegni stilizzati, aguzzi ed eleganti. Peccato che dopo 5 minuti cominci il film.
La povera orfana principessa Biancaneve (Lily Collins) vive reclusa nel castello; la perfida matrigna ha messo in giro la voce che è pazza e deforme e non potrà essere erede al trono, così può approfittarne per dilapidare il tesoro reale in abiti e feste, ignorando il discreto corteggiamento di un Barone (Michael Lerner), molto ricco ma troppo vecchio per i suoi gusti voraci. Quando compie 18 anni Biancaneve, privata persino di una festa di compleanno se non quella organizzata in cucina dall'affettuosa cuoca (Mare Winningham), fugge dal castello per vedere "il mondo". Attraversando un bosco si imbatte in due tizi legati come salami a testa in giù: sono il principe Alcott, in incognito (Armie Hammer, già visto come amico/amante di Di Caprio in J. EDGAR) e il suo servo (il divertente quasi-esordiente Robert Emms, una "faccia" da tenere d'occhio), che come due deficienti si sono fatti derubare di beni e cavalli e spogliare (letteralmente) da.... 7 nani.
Sì, i 7 nani (7 caratteristi esperti e bravissimi, l'unica nota positiva del film) fanno i rapinatori di diligenze perché devono arrangiarsi, da quando la perfida Regina ha emanato un decreto di espulsione dal suo regno di tutti i "brutti", oltre ad affamare il popolo con tasse esagerate. Catturata da loro, Biancaneve viene sottoposta ad un training degno di Beatrix Kiddo (con la spada al posto della katana) e trasformata in un'agguerritissima rapinatrice. Il ricco e bellissimo principe, arrivato a corte e presentatosi ufficialmente, è intanto diventato oggetto delle brame della Regina, che non vedeva l'ora di procurarsi finalmente un quinto (!) marito pronto a soddisfare le sue esigenze fisiche e soprattutto economiche. Qui inizia l'imbarazzante tiramolla che vede protagonisti la splendida, ma ahimé matura Regina impegnata a sedurre con l'aiuto di un filtro magico il giovane Principe, innamorato perso della ragazza sconosciuta che l'ha liberato nel bosco. Quando la Regina scopre che si tratta dell'odiata figliastra ordina al suo fido tuttofare Brighton (Nathan Lane) di trovarla e ucciderla, e lui notoriamente non ce la fa.

E qui devo parlare di spreco, il difetto principale di questo film: lo spreco di esperti e premiati attori teatrali e cinamatografici come Mare Winningham e Michael Lerner in parti ridicole e mal scritte; la stessa Julia Roberts a stento si barcamena, senza che le scappi da ridere, fra battute banali dai volgari doppi sensi. Per non parlare del palese, totale spaesamento dell'altrimenti divertentissimo Nathan Lane: scrivere una sceneggiatura in cui riesce a NON far ridere è un'impresa titanica, ma gli esordienti Melissa Wallack e Jason Keller ci sono riusciti.
E per quale ragione i due disgraziati si sono permessi di cambiare il finale?
Perché è così, bambine e bambini che mi state leggendo: Biancaneve NON mangia la mela e il principe stupidotto (grazie comunque signora Hammer per aver fatto un figlio con degli occhi così belli, per non parlare del resto) si perde l'occasione di salvarla dalla morte apparente col famoso bacio. E in più il Re RESUSCITA negli ultimi 5 minuti, tanto per ricordarci quanto è bravo Sean Bean ed invitarci a vederlo in una parte ben più ricca e impegnativa in GAME OF THRONES.
E per quale ragione il regista Tarsem Singh ha deciso di ignorare, oltre alle regole fondamentali del buon gusto, l'esistenza del colore blu? Tutto il film, sfondi, scenografie, costumi, è realizzato in tutti i toni del giallo, soprattutto oro; e poi ocra, arancio, rosso, tutti i marroni possibili, e molto bianco e nero, ma niente verde perché il bosco è invernale e innevato, niente viola e niente azzurro (tranne per poche inquadrature in cui appare il corsetto blu di Biancaneve, simile a quello del cartone disneyano, ma qui indossato sopra i pantaloni!): anche il cielo è perennemente grigio e il lago torbido e fangoso. Per non parlare delle scenografie, "finte" e pompose, e dei costumi, pacchiani all'inverosimile: più che da una favola medievale tedesca, sembrano tratti da un catalogo di abiti e arredamenti per locali notturni di Las Vegas. E stendiamo un velo pietoso sulle musiche, improprie e fastidiose, e sul ballo di nozze finale, in puro stile Bollywood.

Ultima nota puramente estetica (le femministe mi perdoneranno): ricordo che Cary Grant, interrogato sulla moda dei film mitologici (in inglese "peplum", in italiano "sandaloni") dichiarò che non avrebbe mai recitato in film dove gli attori avevano le tette più grosse delle attrici. Qui si pone un po' lo stesso dilemma: vabbé che un vecchio proverbio recita "donna baffuta è sempre piaciuta", ma la snella Lily Collins, oltre a notevoli e innegabili capacità atletiche, sfoggia un paio di sopracciglia degne della buonanima di Stalin, ed un paio di braccia villose da far invidia ad un camionista (e anche al glabro e imbranato principe). Sono contro l'ossessione per le diete, le plastiche facciali, il botulino, ma una Biancaneve-mangusta no, non mi piace proprio. E neanche allo Specchio probabilmente: la famosa battuta del titolo originale "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame" viene accennata, citata, ma mai completamente pronunciata. Il povero specchio non se la sarebbe sentita di dire una bugia: a 45 anni Julia Roberts è ancora fra le più belle di Hollywood, e sicuramente più affascinante della scipita Lily Collins.

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