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Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno

di M Valdemar
8 stelle

Organicamente connesso a Batman Begins, di cui ne accoglie e ne prosegue, dandone ulteriore linfa e pieno senso, le istanze concettuali e filosofiche, Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno giunge al compimento, reimmergendosi nelle tenebre di una città-mente intrappolata in se stessa e nei propri  recessi ombrosi, da cui solo il sacrificio definitivo di un simbolo può salvarla.
I meandri della splendida testa di Christopher Nolan concepiscono (e ci regalano) una nuova, magistrale sinfonia - la conclusiva - che carezza ed appaga l’intero arco sensoriale, orchestrando motivi cupi, ossessivi, quasi soffocanti, con note melodrammatiche d’intensità sconvolgente. Tema: l’animo, tormentato, straziato, catatonico, di un Uomo. Che non vive - e non sa più vivere - senza la sua maschera, che si è lasciato fagocitare dalle quiete fauci di un’oscurità-limbo che è, al contempo, il ventre molle di un’esistenza angosciosa e l’inumazione totalizzante di dolci ricordi andati in frantumi sulla dura, impenetrabile corazza dell’identità “altra“. Sono i tortuosi, ricorrenti, pericolosi vicoli di un luogo che concentra in sé tutte le forze negative che l’incatenano: la paura.
Ritornante, ingannata (creduta tale), nascosta.
Eppure quando Gotham City sta per ripiombare nel fatale destino immaginato e voluto dalla Setta delle ombre, è proprio lì, in quel luogo - pozzo-prigione che racchiude le folli tragedie che stanno dietro all’incombente, enorme minaccia - che l’Uomo-Wayne comprende, affronta, abbraccia le sue paure, riemergendo dall’oblio ed eseguire gli ultimi passi della danza macabra del Cavaliere Oscuro.
Opera d’impatto - visivo, sonoro, psicologico - potente e penetrante, maestosa nel suo insieme e complesso, il film di Nolan ha un respiro lirico e un’epica che rimandano alle grandiose produzioni della Hollywood che fu. Ma se l’aspetto prettamente spettacolare lascia stupiti (vedansi le oceaniche riprese nello stadio), al (dal) suo interno germogliano i semi di una pianta che ha radici profonde e magnifici, sostanziosi frutti che sublimano la loro essenza nel fantastico colpo di scena che svela il volto del cattivo.
Non si tratta di un banale “gioioso” supereroistico (né mai lo è stato nei precedenti episodi targati Nolan) quanto di un’accurata, lucida, eloquente - fors’anche pretenziosa e/o inopportuna visto il contesto “fumettistico“ - indagine sugli uomini e sui tempi (Catwoman novella Robin Hood; Bane una sorta di capo a guida della rivolta di classe; la Borsa come simbolo della strapotenza e della perversione del Sistema). Una categoria a parte - e ben al di sopra - di prodotti nominalmente analoghi.
Pur accentrando tempo e risorse, doverosamente, sulla figura di Bruce Wayne, la sceneggiatura cesella ottimamente e con profitto la strutturata rete dei personaggi che gli gravitano attorno. A cominciare dal nemico. Se nel secondo meno riuscito capitolo tale ruolo veniva rivestito da un personaggio grottesco ed in fondo poco “reale”, Joker, qui Bane (Tom Hardy, “mostruoso“) ha un’aura di Male assoluto, anzi di “Male necessario” com’egli stesso si definisce, credibile ed effettivamente spaventosa. Un villain imponente e apparentemente inattaccabile, che però nelle pieghe delle sue rocciose, immense fattezze cela i segreti di un’umanità lontana eppure commovente nonché l’identità di chi muove i fili. Brillante ed efficacissimo anche l’inserimento degli altri nuovi, dalla donna-gatto Selina Kyle (Anne Hathaway, stupenda) - ladra, doppiogiochista, infine fedele alleata - al valido poliziotto John Blake (il sempre bravo Joseph Gordon-Levitt) - “testa calda” che ha diversi elementi in comune con l’uomo pipistrello - e alla ricca Miranda Tate (Marion Cotillard). Forse proprio su quest’ultima, data l’importanza che riveste, risiede l’unica pecca, ossia avrebbe dovuto avere maggiore approfondimento, però è una lieve mancanza, del tutto trascurabile. Notevole, infine, l’apporto dei “vecchi” Gary Oldman e Michale Caine (emozionanti le sue scene con Bale).
Ma è la scrittura tutta, l’ideazione, ogni singolo componente - in sintesi: l’”anima” - a rendere imperdibile Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno. L’ennesima tappa di un moderno geniale cineasta quale è Christopher Nolan. 





 

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