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John Carter

Regia di Andrew Stanton vedi scheda film

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La recensione su John Carter

di Paul Hackett
4 stelle

John Carter, veterano della Guerra Civile americana, disilluso ed individualista, scopre per caso un varco che lo teletrasporta su Marte, dove verrà coinvolto nelle lotte per il potere che insanguinano il pianeta. Confesso di aver atteso con una certa curiosità l'uscita di questa trasposizione cinematografica del celebre ciclo di romanzi in bilico tra fantasy e SF che E.R, Burroughs, il creatore di Tarzan, dedicò all'avventuriero dello spazio John Carter: m'innamorai del personaggio negli ormai lontani anni '70, leggendo i fumetti che ne narravano le gesta e che in Italia venivano pubblicati dalla casa editrice Cenisio, a margine delle avventure del Re della Giungla. Ricordo con enorme tenerezza quelle storie bellissime e fantasiose (alle quali la saga di "Star Wars", a mio modesto avviso, deve moltissimo), piene di personaggi fantastici ed esotici, misteriosi mostri alieni e sensuali fanciulle marziane: speravo vivamente, con il film di Andrew Stanton, di riuscire a ricatturare almeno un frammento della magia, del sogno che quelle letture mi suscitavano, ma non avevo fatto i conti con l'inesorabile scorrere del tempo, con l'evoluzione degli effetti speciali che ha appiattito tutto alla dimensione dello sbadiglio annoiato e con il triste restringersi dello spazio vitale della nostra fantasia. "John Carter" non mi ha conquistato, non mi ha coinvolto, non mi ha fatto sognare... ma in compenso ha rischiato seriamente di farmi addormentare. Effetti speciali da videogame o poco più, cast del tutto insipido ed insignificante, regia piatta ed anonima (Stanton ritorni a dirigere film d'animazione: gli riuscivano decisamente meglio), produzione Disney che già da sola basta a banalizzare anche il più fantasioso dei soggetti (vedi la saga dei Pirati dei Caraibi)... francamente, un mezzo disastro, nel quale mi sentirei di salvare solo qualche passaggio (la lotta nell'arena con le scimmie bianche e poco altro) e buttare a mare tutto il resto. Peccato, davvero: due stelle.

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