Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
La vita e le vicende di un gruppo di celerini, il loro lavoro, la loro vita. Un film che non pretende d’insegnare, non ci sono approfondimenti sul tema, solo tasselli sul banco lasciando compiersi le azioni con freddezza quasi documentaristica. Tutto ciò che dev’essere mostrato sarà mostrato, senza buonismi o drammi, non ci sono parti da prendere, solo persone e i loro lati oscuri, le loro debolezze, i loro punti deboli. Tante realtà messe a confronto nel microcosmo di una Roma mai stata così oscura, protagonisti consumati, rassegnati, folli, le vite di chi ha solo il proprio lavoro in testa ma deve comunque fare i conti con la vita arrivando ad esiti sempre e comunque contraddittori. Non ci sono buoni o cattivi ma solo persone, persino il giovane e violento Adriano si renderà conto che i suoi “fratelli”, coloro in grado di mettergli la testa a posto saranno anche quelli ad aprirgli gli occhi ad un mondo di regole poste oltre il codice ufficiale, ne rimarrà scosso abbastanza da dover scegliere dolorosamente. Trama costruita in modo eccezionale, si può definire un film d’azione, un dramma, un thriller, le vite dei protagonisti quasi fossero lavoratori come tanti, col proseguo però verranno a galla tutti i lati umani e le conseguenti bassezze di cui sono spinti a sporcarsi da una vita difficile in un proseguo di violenza sempre più preponderante. Protagonisti fantastici, al di là della costruzione molto interessante, gran parte del merito va proprio agli interpreti, tutti abbastanza cupi ma ciascuno in grado di definire a proprio modo le piccole differenze che li caratterizzano e che giustificano i loro atti, la classica nevrosi del giustiziere posta con un realismo agghiacciante.
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