Regia di Ami Canaan Mann vedi scheda film
"Tu non hai idea di dove ti trovi, il tuo Dio non ci viene nemmeno qui!"
E' una società abbruttita e feroce quella di "Le paludi della morte", diretto da Ami Canaan Mann, figlia di Michael Mann il quale è tra i prodottori del film.
Una società in cui per molti le istituzioni sono solo un intralcio al vivere come si vuole, facendosi da se le regole, infischiandosene di qualsiasi norma di convivenza civile.
Il sole può splendere alto ed accecante ma in questa porzione di umanità restano sempre zone d'ombra, porzioni del mondo in cui soprusi ai minori, baby prostituzione, maniaci assassini, famiglie che sono il pericolo anzichè essere una zona sicura, delinquenti che sfidano le autorità, sono la normalità, la prassi.
Il film segue una strada già percorsa e raccontata più volte in molteplici pellicole, eppure il tema funziona sempre, in particolare quando i diversi livelli narrativi in gioco si intersecano e scorrono ben oliati l'uno sull'altro: pochi poliziotti che stanno facendo una battaglia quasi solitaria, gli intrecci delle indagini investigative, il degrado del tessuto sociale entro cui tutto il racconto si muove, le zone d'ombra apparentemente intoccabili e forse mortali, i coinvolgimenti e le vicende personali di diversi personaggi.
E tutto questo funziona, senza grandi acuti ma con razionale efficienza, in particolare nel rendere l'atmosfera cupa e di scarsa speranza entro cui si muove il tutto.
Siamo nella profonda provincia americana, ma in fondo potremmo pure essere in una grande metropoli non solo americana ma anche di casa nostra, in fondo è solo un racconto sulla civiltà creata dall'uomo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta