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The Impossible

Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Impossible

di alan smithee
6 stelle

Ci sono davvero poche cose che fanno così paura come la furia della natura, la potenza degli elementi, lo scatenarsi di fenomeni naturali improvvisi ed imprevedibili. Creano nell'uomo quel senso di impotenza e fragilità vivendo il quale egli percepisce, anche solo per un attimo, quella  sensazione di inferiorità e di pochezza che lo caratterizzano di fronte ad un universo che ormai lui è convinto erroneamente di governare a suo piacimento.
Juan Antonio Bayona, salito alla ribalta col discreto e molto ambizioso thriller spagnolo ricco di suspence "The Orphanage", si impegna alla sua seconda prova in una ambiziosa co-produzione iberico-statinitense che vede impegnati due tra i più acclamati (biondi e bei) divi di lingua inglese del momento, Naomi Watts e Ewan Mc Gregor, nella ricostruzione della terrificante catastrofe che costò la vita a molti turisti che affollavano le belle spiagge thailandesi coivolte nel devastante maremoto di inizio 2004, oltre che a migliaia di individui di popolazione locale.
La vicenda in particolare prende spunto dalla drammatica esperinza di una famiglia composta da due genitori e tre figli maschi tra i cinque e i dodici anni, che si spezza in due trascinata, un po' da una parte e un po' dall'altra, dalla furia di un'onda diabolica e distruttiva; e si concentra sui tentativi di porsi in salvo da parte di quei membri di quel affiatato felice nucleo dopo la scioccante esperienza, una vera e propria odissea della sopravvivenza.
Sullo schermo gli sceneggiatori hanno preferito concentrarsi maggiormente sull'epopea della affannosa disperata ricerca della salvezza della moglie, ferita gravemente, e del figlio più grande, rispetto alla vicenda, certamente altrettanto drammatica, del padre e dei due figli minori, che la telecamera coinvolge maggiormente nella seconda parte, a catastrofe avvenuta.
Il film non puo' definirsi altrimenti se non riuscito, coinvolgente ed emotivamente toccante, con scene del disastro se non nuove (non fosse che per Clint Eastwood che ce le aveva mostrate in una delle sue più recenti e lambiccate ultime prove) quanto meno dirette con estremo realismo ed efficace dosaggio di effetti speciali, che si mantengono, con un impressionante  efficacia narrativa, concentrati e coerenti ai fatti raccontati e filmati  da media e sopravvissutidurante la tragedia nel corso del suo devastante compimento.
Certo è anche che si avverte qua e là un certo ostentato pietismo o sfrontata indulgenza a perdersi in melensaggini di troppo, zuccherosità che mal contrastano con la scelta (invece apprezzabile) di puntare ad un realismo quasi da cronaca con effetti documentaristici della tragedia piuttosto apprezzabili. Ma si tratta pur sempre di una pecca che non pregiudica un giudizio medio su un'opera più importante che bella, che non può in ogni caso lasciare indifferenti o freddi di fronte alla potenza inarrestabile, incontenibile della natura.

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