Regia di Michael Haneke vedi scheda film
Davvero un film molto sopravvalutato. Haneke ha trovato la formula giusta per vincere regolarmente qualche importante premio internazionale, scegliendo accuratamente il tema. Tuttavia in questo caso non è riuscito a fornire nessuna originale chiave di lettura per veicolare un messaggio ormai fritto e rifritto, sebbene attraverso due molto bravi attori. Il film è noioso, non è sottile per niente nell'individuare certi gesti, nell'esplorare certe interiorità, non è cioè "alto" ma si inabissa nel vuoto di una dimensione carnale che non riesce nemmeno a disorientare uno spettatore ormai abituato a vedere certe situazioni sociali poiché le vive in prima persona. Persino Schubert non riesce a scaldare i nostri cuori, la musica accompagna l'abbandono, la perdita delle mani, della coscienza, la disillusione. Un film estremamente crudo e pessimista. Ma in tutto questo però intravedo una certa arroganza.
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