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Student Services

Regia di Emmanuelle Bercot vedi scheda film

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La recensione su Student Services

di lao
4 stelle

“Teneri incontri” è quello che chiede in un annuncio sul web  il 50enne Joe ( Alain Chauchi) a una ragazza  in cambio di cento euro l’ora: la diciannovenne Laura ( Déborah François), studentessa di lingue squattrinata,  prima di acconsentire vuole sapere cosa egli intenda con “teneri”: semplici carezze, risponde lui, il sesso non c’entra. Lei accetta e avviene l’incontro in una disadorna stanza d’albergo ad ore nei pressi della stazione: il rito inizia con la svestizione di lei, prosegue con una scarna autopresentazione di lui, e finisce con due corpi nudi seduti sul letto, sgraziati entrambi, per la goffa ritrosia quello della giovane donna impacciata, per l’ adiposità esibita quello dell’uomo di mezza età. La macchina da presa fruga volti e gesti dei protagonisti della scena e rinuncia un attimo prima di afferrarne la verità profonda, nascosta dietro le spiegazioni più ovvie: chi sono davvero Joe e Laura, perché uno compra e l’altra vende? “Student services”, scritto e girato da Emanuelle Bercot per la televisione francese, si arrende quasi subito dopo un paio di sequenze iniziali a scavare nel malessere intimo di Laura e degli uomini incontrati, clienti o fidanzati: partendo dal dato allarmante che il 10 per cento delle studentesse francesi si prostituisce per mantenersi agli studi ne sceglie una a caso e ne racconta il percorso di caduta e di probabile riscatto in una sorta di film inchiesta. L’atto d’accusa nei confronti di un’Europa benestante ma incapace di garantire un futuro di dignità ai giovani ha certo fondamento, tuttavia dietro la sordida  realtà intravista di scorcio nella pellicola vi sono altre ragioni, non schematicamente riconducibili alle motivazioni sociali ed economiche: l’ossessione del sesso ad esempio è spia di una miseria etica diffusa ad ogni latitudine della nostra società.   Ciascuno individuo  vive il disagio  a modo proprio inventandosi le proprie leggi di sopravvivenza e sono tali sconfinati territori che il cinema dovrebbe esplorare. In “Student services”, latitanti le famiglie, umiliazioni, vergogna di se stessi, insicurezza accomunano la studentessa in vendita, coloro che, ossessionati dal corpo acerbo di lei,   ne pagano le prestazioni e i coetanei da cui lei cerca inutilmente un rapporto affettivo autentico:  si tratta però di fotografie isolate, fugaci,  non legate da una visione d’insieme; le porte dell’inferno  si spalancano davanti agli occhi dello spettatore, ma non gli è consentito entrarvi. Un buco nero  da cui arriva via interet la dimessa invocazione d’aiuto quel ”Teneri incontri” che dovrebbe unire ed invece allontana. Per confronti e percorsi culturali suggeriti dal film cfv mio blog: http://spettatore.ilcannocchiale.it/post/2673628.html

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