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Quell'idiota di nostro fratello

Regia di Jesse Peretz vedi scheda film

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La recensione su Quell'idiota di nostro fratello

di supadany
7 stelle

Commedia tutt’altro che irresistibile per trama ed in parte anche sviluppo, ma che invece riesce a ben figurare soprattutto grazie ad una partecipazione in libertà da parte di un affiatato gruppo di attori/rici che legano molto bene tra di loro e fanno dell’improvvisazione un valore aggiunto come lo stesso regista Jessie Perez rivela nel dietro le quinte presente nel dvd italiano.

Dopo essere uscito di prigione Ned (Paul Rudd) si ritrova senza un tetto e torna dalla madre e dalle sue tre sorelle, tutte molto impegnate nella vita di tutti i giorni, tra famiglia, amore e lavoro.

Porterà scompiglio nelle loro vite, ma anche una ventata di aria fresca.

 

 

Tutto il film ruota attorno alla figura di Ned (un Paul Rudd anomalo, divertito e divertente), un uomo inconcludente, ingenuo e sincero che giunto per mancanza di alternative in città coccia fin da subito con le sue tre sorelle abituate (ed appiattite) su altri canoni di vita.

Ne deriva un ritratto naturale di una famiglia disfunzionale nella quale vige l’egoismo (vedasi le fughe frettolose dal pranzo della domenica), s’ignora la realtà delle cose per non soffrire (come l’infedeltà subita dal personaggio di Emily Mortimer), si è pronti a tutto pur di sfondare nel lavoro (vedi il personaggio di Elizabeth Banks) e quando si ha una bella relazione sentimentale (Zooey Deschanel) si cerca di nascondere un errore invece che parlarne a quattr’occhi per evitare ogni futuro problema.

Si compone così un quadro piuttosto divertente, senza una grande spina dorsale, ma segnato da alcuni momenti esilaranti (gli incontri tra Ned e il suo agente di custodia per esempio) con risate anche demenziali che si alternano ad un retrogusto più maturo con discreto equilibrio.

Ricco il cast (composto da tanti interpreti amici anche nella vita reale e si vede, la realizzazione del film è stata presa come una sorta di vacanza), florido soprattutto nella componente femminile con tre attrici in prima fila ed una Rashida Jones in versione mascolina, mentre il finale non regala peripezie incredibili, ma un incontro citazionista (dalla galassia di “Star wars”) è una chiusura fieramente personale.

Rimane così un “piccolo” film molto vitale nel quale prevale l’estemporaneo alla costruzione ragionata il che comporta dei pregi (nemmeno facili da conseguire), ma anche alcuni limiti (che non si superano del tutto).

Particolare.  

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