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Tre uomini e una pecora

Regia di Stephan Elliott vedi scheda film

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La recensione su Tre uomini e una pecora

di alan smithee
7 stelle

 

Le aspettative nei confronti del regista australiano Sthephan Elliott, regista parco di titoli, ma autore di opere di valore considerevole e piuttosto eterogenee tra loro (si pensi al musical colorato ed ormai epocale Priscilla-La regina del deserto, al thriller incomprensibile ma affascinante The Eye, alla commedia frizzante e caustica Easy Virtue-da noi banalmente Un matrimonio all'inglese) sono sempre un po' troppo alte per non restare sorpresi (se non delusi) vedendo l'ottimo cineasta impegnato in una commedia ridanciana e goliardica che non rinuncia alla grevità di situazioni a metà strada tra il farsesco e lo scollacciato alla Farrelly.

 

 

Ma è anche vero che, dimenticando i natali del regista, mettendoli da parte e godendosi a mente libera da preconcetti inutili questa frizzante commediola spudorata e volgarotta, ci si diverte parecchio. Merito di una sceneggiatura di ferro da parte degli autori di Funeral Party (altro film vituperato con insensato accanimento, ma che coglie nel segno e diverte con acido e greve ma sano umorismo british), di un cast di comprimari irresistibili che surclassano i due pur belli e piacevoli protagonisti, quel Xavier Samuel dallo sguardo piacevolmente atono, ormai quasi una celebrità non solo in Oceania e la incantevole ma sconosciuta Laura Brent: e tra tutti citerei senz'altro Kris Marshall di Funeral Party, il suo compare Kevin Bishop dal baffo hitleriano per necessità e non per scelta, e per finire il trio Tim Draxl, ovvero le pene d'amore che annegano nell'alcol e in tutti gli altri vizi immaginabili.

 

 

Tre amici inglesi che raggiungono nel continente australiano il loro caro amico David, unici amici-fratelli che lo assistono per il giorno del suo matrimonio lampo con la splendida e ricca Mia, conosciuta poco tempo prima nell'isola polinesiana di Tuvalù.

 

 

Succederà di tutto, con i tre sciroccati inseguiti da un apparentemente pericoloso spacciatore per via dello scambio di una valigia (“Hey! ma l'uomo-valigia qui vicino a te cosa mi rappresenta? Chiede il boss minaccioso all'amico, rivolgendosi al più piccolo e bizzarro dei tre e al suo inseparabile bagaglio), cocaina a fiumi che mette a repentaglio persino la vita di un prezioso montone, simbolo e icona della carriera politica (tutt'altro che limpida) dell'arrogante futuro consuocero dello sposo. Il quale ha per moglie niente meno che Olivia Newton-John, in splendida forma col suo “physical” anche oltrepassati i sessanta, e finalmente libera di comportarsi scorrettamente come non le è mai stato permesso fino ad ora. E' un piacere ritrovarla, leggera e dance comenegli anni '80 col suo allegro e spensierato “Weightless” che accompagna frizzantino e lieve i titoli di coda di questa commedia lievissima, ma tutt'altro che vergognosa.

 

 

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