Regia di Andrea Segre vedi scheda film
Mi è piaciuto, al di là delle aspettative. E' un film che denuncia da una parte le situazioni di sfruttamento a cui sono sottoposti i cinesi da parte dei loro connazionali nel nostro paese, e dall'altra i pregiudizi e i pettegolezzi degli italiani nei loro confronti. In particolare i pettegolezzi sono quelli che rendono la vita amara ai due protagonisti del film, la cinesina e il pescatore polesano trapiantato a Chioggia. Le chiacchiere degli "amici", fatte oziosamente e solo per riempire il tempo, distruggono un rapporto bello che si è formato da tra due persone che sembrano non avere niente in comune, almeno esteriormente. Forse non c'è vera cattiveria in loro, ma "solo" superficialità e qualunquismo; fatto sta che l'effetto dei pettegolezzi è nefasto. Essi sono favoriti, naturalmente, dalla generale tendenza alla diffidenza e all'ostilità verso chi è diverso.
Il regista sa raccontare questa storia di amicizia (che sta sfociando in amore) e sofferenza con sensibilità e attenzione al suo lato umano, più di quello sociologico. Pure i personaggi sono definiti con realismo ed efficacia, anche merito degli stessi interpreti. Sicuramente sono bravi i due protagonisti, ma anche l'ormai famoso Giuseppe Battiston, il quale lascia il segno come quasi sempre. Interpreta con ottimi risultati un laido bullo di provincia, di quelli che bazzicano tra malaffare, prostitute, ozio e risse al bar (con tanto di moglie e figli a casa). Mi sono rimaste impresse in particolare la scena di lui con la moglie, poi quando passa a prendere il figlio parcheggiato al bar tutto il giorno, e la rissa col pescatore.
E' un film umano e sincero, lontano dal facile sentimentalismo da fiction e dai didascalismi, che mette il dito su più di una piaga di quelle che fanno male oggi. Ha anche il coraggio di essere parlato in parte in cinese e in parte in veneto.
Infine, io mi chiedo sempre la stessa cosa: stanno meglio qui o nel loro paese d'origine questi immigrati?
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