Regia di Matthijs van Heijningen Jr. vedi scheda film
Recensione provvisoria, piena di SPOILER.
Godibile, ma alquanto anonimo, prequel del Capolavoro Carpenteriano omonimo.
Nell'ondata di remake di Classici del Passato (e di Grandi Successi orientali o comunque extra-statunitensi) che sta infestando da una ventina d'anni a questa parte il panorama Horror hollywoodiano, i produttori scelgono, intelligentemente, di prendere relativamente le distanze da questa moda optando per il format del prequel.
Se da un lato questa scelta è ottimale per mostrare ai e alle fan del Cult originale (a sua volta tratto dal racconto "Who Goes There?" di John W. Campbell) un ampliamento della narrazione e degli scenari del Film Carpenteriano, dall'altro però, come (quasi) sempre accade coi prequel, la rivelazione di particolari accennati nell'Opera originale toglie quella patina di Mistero che contribuiva notevolmente a suscitare l'Inquietudine nell'animo dello/a spettatore/rice.
A parte questo, non ci sono troppi né troppo grossi difetti, a parte qualche cliché di troppo e il discutibile inserimento di personaggi americani all'interno della spedizione norvegese, vuoi per motivi patriottici, vuoi per poter giustificare la preponderanza della lingua inglese rispetto a quella norvegese (che però fortunatamente, in alcuni passaggi, si sente).
Ma questi sono difettucci di tipo prettamente narrativo, che poco intaccano la qualità Cinematografica di un film (non solo questo). Analizzando il reparto tecnico, infatti, troviamo diversi punti positivi: innanzitutto, gli effetti in CGI riescono ad integrarsi magnificamente con quelli artigianali (anche se si notano i momenti in cui si è ricorsi al pc, ma più che altro per via della complessità dell'effetto in sé), il lavoro di congiunzione con il Cult è assai scrupoloso, la regia è diligente e cura con efficacia la messa in scena e le inquadrature (a parte qualche sballottamento di camera qua e là), il cast è adatto e il sonoro è ben costruito.
Ciò nonostante, però, si avverte una mancanza di Arte, di Personalità: si vede che l'intenzione era portare il compito a casa, ovvero soddisfare per 90' minuti i/le fan del Cult ottantiniano con continue strizzate d'occhio a dettagli, come l'individuo con due volti, e atmosfere tipiche del Film originale.
Alcuni momenti veramente ammirevoli, comunque, ci sono, specialmente nel finale, dove si prendono maggiormente le distanze dal Cult (praticamente remakeizzato nella prima parte del film, a parte qualche lieve modifica nei dettagli), per mostrare qualcosa di vagamente nuovo, e in particolare l'astronave con schermo a pixel è un tocco artistico encomiabile.
Gustoso, poi, l'eco a Carpenter all'inizio dei titoli di coda, con la riproposizione della Storica sequenza dell'inseguimento del cane che apriva il Capolavoro accompagnata dall'evocativo tema musicale morriconiano (già avvertibile anche nella sequenza d'apertura).
Nel complesso, dunque, un film godibile che può allietare i/le Fan del Classico originario, ma in ogni caso niente di imperdibile.
Carino.
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