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The Artist

Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film

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La recensione su The Artist

di michemar
6 stelle

Idea molto originale, quella di fare un film muto, che muto non è. Infatti la colonna sonora accompagna tutto il film con generi appropriati, soprattutto adeguati al periodo dell’ambientazione della storia, cioè gli anni ’20, alla vigilia della crisi finanziaria che mise in ginocchio l’economia mondiale (ahi!, che coincidenza). E’ stato presentato come film muto e musicale, ma il regista è stato bravo a non farlo sembrare un film muto ed è anche merito degli attori, ovviamente a cominciare da un bravissimo Jean Dujardin. Con il suo sorriso, i suoi ammiccamenti e con sopracciglia che parlano l’attore francese è il mattatore della situazione e se la cava benino anche con il tip-tap; in pratica non parla ma è come se si esprimesse a parole.

La  storia sentimentale tra i protagonisti si sviluppa sullo sfondo di due importanti avvenimenti di quel tempo: la crisi finanziaria e il passaggio del cinema hollywoodiano dal muto al sonoro. In fondo io credo che il regista ha sì raccontato una storia, ma ha fatto un omaggio a tutti gli appassionati della settima arte mostrando una pellicola in bianco e nero, ambientazioni classiche degli studios di una volta, quando tutti gli affari andavano a gonfie vele e nessun produttore immaginava che i film si sarebbero fatti col sonoro e poi anche a colori. Anche le vicende personali del protagonista, l’attore George Valentin, famoso in tutta America per i suoi film brillanti e d’avventura, sono una metafora di quello che succede nel mondo. Anche lui cade in disgrazia (come il tonfo della borsa di Wall Street) perché si rifiuta di girare col sonoro ritenendolo senza futuro, e poi per il suo caparbio orgoglio si rifiuta pure di accettare le offerte di lavoro della sua amica innamorata. Pare in realtà di rivedere un vero vecchio film, anche perché una scena drammatica viene sapientemente accompagnata dalla indimenticabile musica di Bernard Herrmann che fa da soundtrack del capolavoro di Hitchcock “Vertigo-La Donna Che Visse Due Volte”.

Ma nel finale c’è il colpo di scena: si sentono i rumori e le voci! L’ottimismo vince e, forse, la finanza risale e il mondo ricomincia a vivere. Speriamo anche per il nostro tempo.

La bravura dell’attore francese è stata riconosciuta con una nomination veramente a sorpresa, vedendo soprattutto i nomi che la Academy ha escluso. L’attrice Bérénice Bejo se la cava dicretamente. Ma la vera sorpresa è la presenza di nomi pesanti anche per parti secondarie. Basti pensare al grande John Goodman, che almeno ha una buona parte, ma James Cromwell fa la parte dell’autista e addirittura il mitico Malcom McDowell di “Arancia Meccanica” fa appena una comparsata!

Certamente questo film non passerà alla storia e dieci nominations paiono troppe, ma un Oscar almeno andrebbe dato al simpaticissimo cane, vero protagonista sullo schermo: lo vedremo sicuramente sul palco delle premiazioni.

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