Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
L’ironia che caratterizza il cinema di Chaplin si fa, in questo film, molto più pungente (o, forse, ogni volta che si guarda un suo film si pensa che non si possa essere più pungente di così ?).
Monsieur Verdoux è uno dei tanti uomini distrutti dalla crisi degli anni ’30, trasformato dalla stessa crisi in un assassino di ricche ed affascinanti signore sole.
Ma lo spettatore, stranamente, non può fare a meno di essere dalla sua parte, soprattutto quando decide di non dare la stessa sorte ad una donna che non rientra nei canoni di piccolo borghese che caratterizza tutte le altre (colpisce la scena in cui una delle prossime vittime, rimprovera la cameriera perché non ha mangiato gli avanzi del giorno prima).
Quando Verdoux torna a casa è un uomo completamente diverso, come se si spogliasse di quei panni di un personaggio che non è Charlot, che non gli appartiene…..”non tirare la coda al gatto” dice al figlioletto “ la violenza genera altra violenza…”.
E i riferimenti alla crudeltà della guerra , presente in sottofondo, diventano sempre più forti fino alla fine quando, condannato alla ghigliottina per i crimini commessi commenta: “quello che mi ha fregato sono stati i numeri…. uccidendo milioni di persone si diventa eroi, se ne uccidi qualcuno sei solo un delinquente”!
Formidabile e geniale come sempre.
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