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Il cuore grande delle ragazze

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su Il cuore grande delle ragazze

di lao
6 stelle

ALL’OMBRA DELLE TOMBE

 

Carlino ( Cesare Cremonini) non è particolarmente bello e meno che mai intelligente, eppure pressoché tutte le donne gli cadono ai piedi: il segreto del suo fascino è l’aroma del biancospino sprigionato dall’ alito quando parla; il padre e la madre l’hanno infatti concepito all’ombra di un biancospino. Ma le ragazze ne  sentono davvero la fragranza o è  il loro grande cuore suggestionabile a creare l’illusione? Il microcosmo rurale  ritratto da Pupi Avati in “Il cuore grande delle ragazze”  ha in realtà i connotati di un idillio deformato grottescamente dalla realtà storica: siamo nella campagna nei dintorni di Bologna all’epoca del Fascismo, l’unica via di fuga prospettata  dall’abbrutimento della miseria e dell’ignoranza è l’eros soprattutto quando trova modo di sublimarsi nell’attimo magico dell’incontro fatale. A fare  rivivere quel mondo remoto agli occhi della spettatore è la calda voce fuori campo ( Alessandro Haber) del fratello minore di Carlino, Edo ( Marcello Caroli) che, diventato adulto, rammenta un passato che  se filtrato dalla rievocazione affettiva smuove un malinconico sorriso: l’ossessione per il sesso, praticato o sognato, riduce maschi e femmine in macchiette da commedia e fa di loro, quando  ne sono impediti,  bonarie caricature di eroine ed eroi da romanzo, discendenti degeneri dei promessi sposi di Alessandro Manzoni.   Carlino, tombeur de femmes, come il padre ( Andrea Roncato),  dovrebbe scegliersi come moglie una delle due sgraziate figlie zitelle del mezzadro benestante Sisto Osti( Gianni Cavina) in cambio di una Moto Guzzi nuova di zecca, ma si innamora ricambiato, grazie all’alito, di Francesca ( Michaela Ramazzotti),  la belle figlia della seconda moglie di Sisto, le cose si complicano fino alla prevedibile soluzione. E’ questa la storia del nonno dello stesso regista, eppure lo sguardo è disincantato, l’approccio sentimentale è rattenuto da una coscienza artistica maturata con gli anni. Non c’è in “Il cuore grande delle ragazze” un’umanità dalle antiche virtù da riscoprire: se si vuole ricordare, consiglia la nonna al piccolo Edo, scolaro ripente, si deve andare ai cimiteri fra le tombe che l’ombra dei biancospini non protegge più.

Per confronti e percorsi culturali suggeriti dal film cfv mio blog: http://spettatore.ilcannocchiale.it/post/2698207.html

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