Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Due coppie si incontrano per fare il punto sulla zuffa che ha coinvolto i loro figli: vorrebbero risolvere le cose in maniera civile, facendoli riconciliare, in realtà si impegnano a confermare i principi della loro promozione sociale: letizia familiare, buone maniere e sicurezza economica sono punti di arrivo destinati a scomparire sotto il peso di un ipocrisia rivelata. Al loro posto, qualunquismo, volgarità ed una massiccia dose d’egoismo. Per arrivarci un delirio di parole e la nevrosi di esseri umani incastrati nel proprio ruolo.
Tra campi e controcampi Polanski sembra ancora sotto assedio: si rifugia dentro le mura di un appartamento prigione, ed organizza la festa dello scampato pericolo. Il mondo in una stanza. Divisioni politiche e di pensiero, guerre lampo, ed alleanze come un bicchiere di wiskey. Un gioco delle parti che ricorda Pirandello. Uno nessuno, centomila, così è se vi pare. Tutto ed il suo contrario. Ma il decoro sta anche al di fuori dei personaggi e della loro storia: si cela nell’idea di un cinema che aspira al teatro, e nella confezione di lusso realizzata da un manciata di premi oscar. La forza del film è quella di dare allo spettatore l’illusione di essere diverso da ciò vede nello schermo. Nella lavagna, dalla parte dei cattivi, si scriva dei dialoghi slogan e del ritmo loro complice, fatto apposta per coprire la loro inconsistenza. Gli attori partecipano al banchetto. Più di uno rischia l’indigestione.
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