Espandi menu
cerca
Take Shelter

Regia di Jeff Nichols vedi scheda film

Recensioni

L'autore

ROTOTOM

ROTOTOM

Iscritto dal 15 ottobre 2004 Vai al suo profilo
  • Seguaci 116
  • Post 22
  • Recensioni 559
  • Playlist 311
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Take Shelter

di ROTOTOM
8 stelle

Curtis (Michael Shannon) è un premuroso padre di famiglia che vive con la moglie Samantha (Jessica Chastain) e l’ adorabile figlia sordomuta . Stimato sul lavoro e ben inserito nella società, Curtis comincia ad accusare disturbi sensoriali quando, terrorizzato dall’imminente arrivo, a suo dire, di una spaventosa tempesta, comincia a costruire un rifugio sotterraneo anti uragano. Con il peggiorare del malessere, ormai in preda alle allucinazioni e alla paranoia, Curtis vede sgretolarsi ogni affetto familiare e ogni struttura sociale.



Può uno specchio rotto raccontare una verità? La frantumazione del visibile  mostra  fratture dalle quali filtra un altro stato della percezione .

E’ la psiche che si frantuma o la percezione della realtà che mostra le crepe a chi è in grado di coglierle?  Take Shelter insinua lo sguardo dentro le fessure di una normalità disturbata dai presagi di un disastro imminente. Demolendo ogni punto d’approdo quello sguardo vacilla su una verità fittizia, annaspa nella mancanza delle sicurezze che puntellano una realtà costruita per essere percepita come la più comprensibile possibile.



Take Shelter, mettersi al riparo , è un adagio vacillante sulla caducità della realtà, un gioco che può andare avanti all’infinito mostrando l’allucinazione e il suo esatto contrario in un moto pendolare ipnotico che sovverte il senso delle due realtà in una rappresentazione ambigua e disfacente ogni certezza.

La famiglia, centro di gravità che sostiene in moto costante uniforme l’orbita psichica dei suoi componenti diventa abisso, buco nero. Il sacro terrore di perdere il baricentro è la microfrattura nella consapevolezza del protagonista attraverso la quale intravede un altro tipo di realtà. La tempesta gigantesca, mostruosa che si palesa all’orizzonte è frutto della costante negazione del regista verso una qualsiasi verità oggettiva ma al contempo non fornisce alcuna certezza sulla natura metaforica di quella visione della catastrofe imprigionando il protagonista in un limbo sospeso tra la follia paranoica e la premonizione.

Curtis, è altresì pienamente consapevole del proprio stato borderline così da riunire in una unica psiche la visione soggettiva e oggettiva del fenomeno.  

Ciò che è al di  fuori è solo percezione, il tentativo di Curtis del mettersi al riparo costruendo il rifugio anti uragano sotterrato, è il tentativo di implodere entro se stesso e avvicinare l’orizzonte rassicurante del nulla alla fragilità dello sguardo.

I tre componenti della famiglia appartengono a tre diverse tipologie di sensibilità: la madre  è la sbigottita realista sconvolta dalla trasformazione della natura del marito; il marito è colui che ondeggia tra schizofrenia e iperricettività; la bambina sordomuta appartiene al mondo dei simboli e adotta un altro livello di comunicazione, più sottile.  Il dilemma è: sotto quale forma percettiva si ricomporrà questa famiglia? Quale sensibilità sarà quella dominante?  Quella tempesta, massa mostruosa e nera che si avvicina mangiando l’orizzonte a quale tipo di percezione della realtà appartiene?


Take Shelter,
premiato al Festival di Cannes 2011 con il  Gran Premio Seimane de la Critique, passato al Festival Sundance, è la seconda raffinata regia di Jeff Nichols. Un ottimo film, disturbante e potente, dalla fotografia splendida, luminosa in maniera quasi innaturale che inchioda i personaggi sullo sfondo delle loro paranoie.   Una poesia sulla fragilità dell’animo umano che si adagia sul viso di Michael Shannon, ormai intrappolato nella parte dello psicotico  - Revolutionary Road di S. Mendes, Bug di W.Friedkin, My son, My son what have you done di W. Herzong – dai lineamenti asimettrici e liquidi. Film di volti e sguardi, di microtensioni lasciate tirare allo spasimo. Gli inganni della mente che opprimono – forse – Curtis sono gli stessi inganni che il regista propone allo spettatore costretto dall’alternanza oggettiva/soggettiva della realtà narrativa a confrontarsi con la propria percezione di quella realtà, sapendo di venire quasi sicuramente smentito.    Come la moglie di Curtis, Samantha, che contro tutto e tutti decide di entrare con il marito all’interno della sua psiche, dentro il rifugio dove la follia sembra non avere accesso. O meglio, dove la follia sembra avere ottenuto il suo scopo, imprigionando tutti entro se stessa.



Take shelter è un film difficilmente classificabile in un genere prestabilito, anticommerciale e spiazzante  mira a scompaginare ogni verità e pone domande sulla natura umana solo con la forza delle immagini. Domanda: come fa uno come Michael Shannon a sposare una come Jessica Chastain? Misteri dei casting.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati