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Drive

Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film

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La recensione su Drive

di manorti1
2 stelle

Tento una recensione provocatoria, senza per questo dimenticare i pregi di questo film. Voglio parlare di Drive non come un oggetto filmico da valutare per bravura degli attori o maestria della regia, ma sul piano etico. Sul talento di Goslin, tuttavia, lo preferisco  in <Le idi di marzo>. Qui è molto conservativo, per non dire al limite dell'inespressività. Ma l'aspetto che più mi ha infastidito è la motivazione che regge il suo virare da taciturno driver a giustiziere sanguinario. Un vero e de­leterio senso della giustizia, a mio avviso inconsistente, che non giustifica il film. Il piccolo Benicio, bimbo orfano di padre, prima carcerato poi ammazzato, vorrebbe essere la scintilla che accende il nostro eroe. Da freddo driver a protettore dei deboli innocenti. Madre compresa, ovviamente. Convince veramente poco. Per lo sviluppo della loro relazione, innanzitutto, lasciato a superficiali e banali scene, tipo patatine davanti alla tv o gelato al bar. Che uno pensa sia un mezzuccio per conquistare la mamma; giovane, carina e vedova bianca. No, è proprio l'insorgere di un sentimento paterno che lievita nella fredda espressione del meccanico/ autista a tempo perso di malavitosi. E quando mafiosi italo americani regolano i conti sospesi con il padre di Benicio, che comunque si capisce non era uno stico di santo e tantomeno gliene fregava qualcosa della sua famiglia, ecco la svolta assurda. Il pilota (driver, sottinteso dal titolo) non accetta che sia  fatto questo torto al suo protetto: ammazzargli il padre. Tra l'altro, incredibile, è proprio lui che lo coinvolge nella rapina finita male. Da questo punto in poi è un susseguirsi di violenza del più puro splatterismo. Sto' eroe comincia ad ammazzare con una furia omicida esagerata. Non giustificata( nel film) per uno che si guardava bene dal partecipare ai crimini, esibendo esclusivamente un talento corsaiolo, sottolineato dall'uso dei classici mezziguanti di pelle. Si mette a sgozzare, piantare paletti nello stomaco, ammazzare a suon di calci in faccia. Un eroe nero da Quartieri Spagnoli. Un mito per i ragazzi di Scampia. Scusate il mio sfogo ma è questo il primo pensiero che mi è balenato all' ultima scena. Pulp Fiction di Tarantino, capostipite di  questo genere di storie, aveva una giustificazione anche filosofica. Memorabili le citazioni bibliche. Non una goccia di sangue era inutilmente versata. Questo Drive, al contrario, è colmo di violenza non comprensibile. Il protagonista agisce avulso da qualsiasi contesto logico. Non è un drogato, non gli hanno ammazzato la donna, non gli hanno rubato il bottino ( anzi il contrario, perchè lo restituisce). Ma allora? Allora, cari amici, film come questo sono epigoni di una certa malavita di basso livello. Come citavo prima ( me ne scuso) in certi ambienti si ammazza per uno scooter o per un rolex. E si hanno come eroi mafiosi e camorristi. Non ho trovato diritti da difendere ma la semplice vendetta di un tizio che si comporta peggio di tutti. Falso senso dell'amicizia e dell' onore. Proprio come accade tra i piccoli boss........Film antieducativo.

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