Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Dopo un'esistenza giovanile da bohémien, Marcel Marx fa ora il lustascarpe di fronte alla Stazione o nei sotterranei della metro di Le Havre e vive con una donna che ha messo un po' più di ordine nella sua vita.
I due anziani coniugi conducono una vita dimessa in un quartiere povero, stringendo relazioni di amicizia con gli altri abitanti del quartiere e risparmiando i proventi del lavoro di Marcel per chissà quale futura occasione.
Quando nel porto della città viene scoperto un container pieno di africani arrivati clandestinamente, affamati ed esausti, ma accolti da un reparto di polizia armato fino ai denti, un ragazzo riesce a scappare e far perdere le sue tracce nel tentativo di proseguire il suo viaggio alla volta di Londra, dove si trova già sua madre.
Casualmente Marcel lo incontra e gli offre ospitalità, proprio quando sua moglie sta male e viene ricoverata in ospedale in fin di vita...
Con il suo solito stile apparentemente leggero, Kaurismaki affronta uno dei drammi del nostro tempo e lo conduce fino alle estreme conseguenze: la scelta fra bene e male, fra Legge e Giustizia.
In questa Le Havre che, a parte il porto, viene mostrata solo nelle sue aree popolari, in una ricreazione di quelle atmosfere vintage stile anni'50 con le case di epoca pre-industriale tanto care al Regista, va in scena una delle sue storie tipiche, in cui i protagonisti sono anti-eroi preferibilmente provenienti dagli ultimi banchi della società.
Senza un filo di buonismo (le cose non si fanno per "carità" , ma perché vanno fatte), il Regista sa imprimere una sana dose di incoercibile ottimismo alla sua opera, che vuole guardare alla parte ancora sana della società che lui sa che da qualche parte evidentemente esiste.
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