Regia di Shion Sono vedi scheda film
« Io sono stata condannata a morte alla nascita, o forse è mia madre quella che doveva essere giustiziata, e ci siamo scambiate i ruoli. »
Taeko? Sayuri? Mitsuko? L'unica cosa certa è che nulla di certo è definito nell'esistenza. L'ontologia reale è quella che tratta la realtà onirica, perchè la nostra mente fronteggia ogni giorno una guerra di sensi deviati contemporaneamente dalla percezione e dal dolore. Un pizzicotto ci fa tornare alla realtà, ma i suoni, i gusti e le sensazioni spesso e per il 50% della nostra esistenza sono frutto della nostra immaginazione. Taeko scrive di una bambina molestata dal padre, dei suoi giochi erotici e delle sue sfaccettature perverse e malate. Gozo è l'incubo di Taeko, così come di Sayuri e di Mitsuko. Yuji invece è il misterioso accompagnatore androgino di Taeko, che ormai sta su una sedia a rotelle, fatto misterioso a sua volta. Dal buco della custodia di un violoncello, a turni, alcuni dei nostri protagonisti si susseguono, costretti ad osservare qualcosa e tra sogno e vita reale, immaginazione e traumi occultati nell'inconscio, la triade delle protagoniste converge in una ghigliottina, mentre tutto intorno a "LEI" si definisce mutilato con dialettica isterica e morbosamente violenta, disturbante. Shion Sono dà il suo meglio in questa strepitosa regia. Siamo ai livelli di Inland Empire di David Lynch, di Montagna Sacra di Alejandro Jodorowsky e anche di Šílení di Jan Svankmajer. L'intreccio ed il montaggio si perdono nei meandri dell'inconscio delle tre protagonista convergenti in una donna sofferente, che a sua volta si perde nel desiderio di essere, in ciò che è, attraverso ciò che non vuole essere. Nel contempo lo spettatore diventa una pedina vagante dei giochi nefasti del vorticoso ed eterno viaggio nell'animo umano. Sono però sceglie di farci viaggiare nel modo più cruento e schizofrenico possibile, come in uno Strano Circo, per puro spettacolo e divertimento.
Un'opera abbastanza eccessiva nel suo contenuto ma estremamente istruttiva dal punto di vista cinematografico. Gran lavoro del regista nipponico.
Calzante
Un maestro
Beh, a dir poco eccezionale.
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