Negli anni '50, Jacques Cormery (Jacques Gamblin), un uomo francese sulla quarantina, fa ritorno in Algeria, dove era cresciuto. La terra africana, ai tempi ancora colonia francese, lo sommerge con i ricordi della sua infanzia: la scuola, la madre, i compagni. Nel frattempo si confronta con gli aneliti di indipendenza degli algerini e ne capisce i motivi, cosa che lo pone, in quanto francese, in serie contraddizioni.
Note
Tratto dal romanzo omonimo e incompiuto di Albert Camus, girato orizzontalmente come a ritessere fili snodati dalla Storia, Il primo uomo riesce nel miracolo di commuovere dentro un impianto di algida compostezza, catapultando lo spettatore in due epoche chiave del Novecento, in uno splendido gioco temporale di ellissi e dissolvenze che sono, poi, la natura stessa del cinema.
Il film è fatto bene con una scenografia straordinaria e momenti di palpabile tensione. Tuttavia non nella sua lentezza non riesce a far scattare il moto dell'emozione.
Una buona pellicola, ma non riesce che a scalfire la superficie di questi mondi che si toccano, si sovrappongono e si scontrano. Si poteva fare meglio o così i sarei aspettato. Le tematiche sono ardue. 6
Bella la fotografia, buono il casting, ma la lentezza è davvero esasperante. Tutto questo intimismo dopo "La battaglia di Algeri"? Ridateci Pontecorvo!
“Il primo uomo” (Le premier homme. 2011) è il nono lungometraggio del regista calabrese che torna a girare dopo cinque anni (“La stella che non c’è”). Un’operazione complessa e una produzione internazionale tra Italia, Francia ed Algeria. Il budget importante ha consentito di realizzare un’opera di grande livello e tutto il cast ha rimarcato il tutto con un esito di rimarchevole… leggi tutto
Quando ho iniziato a vedere Il primo uomo, tratto dal romanzo incompiuto (ed autobiografico) di Albert Camus, mi domandavo perché Amelio avesse sentito la necessità di girarlo. Qual è la ragione che spinge un regista italiano a tornare sui temi della guerra d'Algeria, a circa cinquant'anni dalla sua conclusione (diverso era il discorso ai tempi della Battaglia d'Algeri: il tema, ancora di… leggi tutto
Portare un libro sullo schermo, tradurre per immagini la parola e soprattutto i pensieri di uno scrittore è un compito difficile. Chi ci ha provato, tranne rare eccezioni, ricordiamo lo "Shining" di Kubrick, peraltro disconosciuto dall'autore del testo, ha dovuto subire le critiche di coloro che avendo letto il libro si sono sentiti a vario modo traditi per una versione troppo ossequiosa o… leggi tutto
Cxresciuto orfano di padre in una famiglia poverissima, Jacques Cormery (Gambin) è diventato uno scrittore di successo che, dopo avere vissuto per anni in Francia, nel 1957 torna in Algeria per incontrare la anziana madre proprio nel momento in cui i suoi connazionali sono impegnati in una guerra di liberazione dall’oppressore colonialista. Per Jacques, il ritorno in Algeria…
La storia si svolge nell'Algeria degli anni cinquanta, dilaniata dalla violenza e dall'odio reciproco tra arabi e francesi eredità di un colonialismo che, per quanto buono e paternalistico, pur tendeva a rimarcare le differenze etniche anzichè a valorzzarle.
Il primo uomo del titolo sarebbe, da quanto capisco, il protagonista quando ancora ragazzo comincia a diventare…
Jacques Cormery (Jacques Gamblin) è uno scrittore di successo che torna in Algeria dopo molti anni. Siamo negli anni cinquanta, nel pieno della tensione tra le pretese indipendentiste rivendicate dal Fronte di Liberazione Nazionale e il governo coloniale francese. Cormery è accolto con tutti gli onori nel paese dove è nato e ha vissuto tutta l’infanzia, molti ne…
Nel 1957 Jacques Cormery (Jacques Gamblin da adulto e Nino Jouglet da bambino) torna, da scrittore affermato nell'Algeria dov'era nato, ora scossa dai fermenti indipendentisti del FLN, che cinque anni dopo porteranno, con il pesante fardello di tanto sangue versato, all'indipendenza, e ritrova la madre (Catherine Sola e Maya Sansa), ora anziana, un vecchio compagno di scuola, Hamoud (Abdelkarim…
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Commenti (5) vedi tutti
Il film è fatto bene con una scenografia straordinaria e momenti di palpabile tensione. Tuttavia non nella sua lentezza non riesce a far scattare il moto dell'emozione.
commento di RoccoarenaFatto bene ma lento lento lento
commento di Artemisia1593Una buona pellicola, ma non riesce che a scalfire la superficie di questi mondi che si toccano, si sovrappongono e si scontrano. Si poteva fare meglio o così i sarei aspettato. Le tematiche sono ardue. 6
commento di BradyBella la fotografia, buono il casting, ma la lentezza è davvero esasperante. Tutto questo intimismo dopo "La battaglia di Algeri"? Ridateci Pontecorvo!
commento di sarvaegoIl film è sicuramente bello. Il problema è che la storia ci è un po' lontana, e questo non aiuta. Bravo Amelio, ma voto: 6.
commento di slim spaccabecco