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Radice quadrata di tre

Regia di Lorenzo Bianchini vedi scheda film

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La recensione su Radice quadrata di tre

di alan smithee
6 stelle

L'horror d'ambito regionale è nato grazie alla tenacia di registi dotati come Lorenzo Bianchini che realizza nel 2001 un film a costi pressoché irrisori, un film orgogliosamente recitato pressoché esclusivamente in lingua friulana (non molto facile da comprendersi, quando la versione a cui ho assistito appare completamente priva di sottotitoli, forse a rimarcarne le definite e consapevoli limitazioni territoriali per cui il prodotto è stato concepito e realizzato), che cerca un perimetro, un suo pubblico limitato, finendo per sorprendere il resto del territorio, arrivando a valicare gli angusti limiti territoriali auto-imposti, facendosi notare ed apprezzare.

La vicenda di tre studenti ultra-ripetenti che tentano di trafugare un compito in classe per sostituire il loro disastro con la soluzione che potrebbe evitargli la bocciatura definitiva e fatale, e per questo si infiltrano nella scuola nottetempo, diventa l'occasione per smascherare una serie di riti satanici di cui l'istituto è segretamente diventato l'alveare.

L'idea di professori e preside satanisti che, una volta scoperti, utilizzano tutti i loro più sadici strumenti non solo per eliminare quei tre scomodi testimoni, ma anche per addossare sadicamente loro la responsabilità degli avvenimenti che sconvolgono il centro cittadino, è il sogno esaltato di ogni studente (a quasi). Come non vedere, con una certa innocua e smargiassa quanto semplicistica ironia, nei tirannici professori, le ideali sanguisughe malvagie che nascondono la notte segreti inconfessabili e diventano cinici paladini della verità e della sapienza la mattina, cambiando radicalmente, (ma solo nell'esteriorità) la loro immagine?

Purtroppo il film, girato peraltro molto bene, nei ritagli di tempo, di notte nello stesso istituto in cui ha lavorato il regista come tecnico, ed interpretato con credibilità da tre attori evidentemente non professionisti (ma il Massimiliano Pividore che interpreta Max è davvero molto bravo e convincente), si immedesima più nei tentativi dei due ragazzi superstiti nel trovare una via d'uscita da quell'inferno senza uscita, diventando forse un po' troppo ripetitivo e meccanico, anziché cercare di soffermarsi ed approfondire maggiormente il lato malvagio in cui le tre vittime inconsapevoli vengono scaraventate.

“Lidris cuadrade de tre” tuttavia, col suo dialetto esasperato che coinvolge anche i giornalisti occorso alla scuola per documentarsi, è un film che merita plauso e rispetto e che ha dato vita ad un fenomeno, l'horror a bassissimo costo, che ha saputo generare, nel bene come nel male, un vero e proprio filone.

 

 

 

 

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