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Womb

Regia di Benedek Fliegauf vedi scheda film

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La recensione su Womb

di Peppe Comune
7 stelle

Tommy (Matt Smith) e Rebecca (Eva Green) si conoscono da che erano bambini, sono praticamente cresciuti insieme instaurando sin da subito un profondo legame affettivo. Rebecca però si trasferisce coi genitori in Giappone e vi rimane fino all' età adulta. Quando ritorna, i due "vecchi" amici ci impiegano pochissimo a riannodare i fili di un rapporto rimasto sempre in vita e si mettono insieme come se si trattasse dell'unica cosa da dover fare. Poi Tommy muore in seguito ad un incidente stradale di cui Rebecca si sente in qualche modo colpevole. La donna non si da pace e decide di affidarsi ai servizi del "Dipartimento di Replicazione Genetica". Mettendosi anche contro il volere dei genitori di Tommy (Lesley Manville e Peter Wight), Rebecca si fa impiantare nell'utero un clone dell'amato Tommy.

 

 

"Womb" del regista ungherese Benedek Fliegauf è un film di algida esposizione dei sentimenti, uno shi-fi dalla struttura narrativa alquanto atipica, dato che i fondamentali assunti scientifici che fanno da premessa all'evolversi dalla storia rimangono sullo sfondo per dare risalto ad un rapporto amoroso vissuto in maniera totalizzante. Sono dunque i sentimenti ad assumere un ruolo centrale nell'economia del film che comunque, messi in relazione con la ricerca scientifica che sarebbe capace di fornirgli la possibilità di autoalimentarsi all'infinito, pongono serie questioni etiche sulla liceità di talune pratiche di laboratorio e sulla loro effettiva utilità pratica lungo la strada che conduce alla ricerca della felicità da parte dell'uomo. In effetti, riguardo alla già indicata centralità dei sentimenti, credo si possa dire che a Benedek Fliegauf non importi tanto rappresentarli come l'effetto logico dell'incontro di due emotività corrispondenti, quanto come la matrice di un calcolo razionale che concepisce il riempimento di un vuoto affettivo attraverso il simulacro della sua sostanza corporea. Ma clonare un essere umano non significa riprodurne identicamente anche l'anima sentimentale, soprattutto quando il rapporto in essere è tutto sbilanciato dalla parte di chi può farsi arbitro assoluto delle aspettative che si vorrebbero vedere realizzate, ovvero : tra chi è l'artefice di un disegno che si tende ad allineare ai desideri che l'hanno generato e chi è l'inconsapevole strumento di un amore che, con quel disegno, si vuole ripetere per lungo tempo ancora.Un siffatto rapporto presupporebbe, invece, la presenza di due individui indirizzati verso lo stesso scopo e animati dallo stesso spirito, consapevoli entrambi di aver solo " congelato" quell'amore che li tiene legati in maniera indissolubile, ma non di averlo disperso per sempre. É proprio la natura del rapporto sentimentale a mutare i suoi connotati originari nell'atto della clonazione, perchè intanto c'è la vita con le sue regole non scritte e i suoi fisiologici e mutevoli percorsi esistenziali, quindi bisogna fare i conti con la natura contraddittoria dell'uomo e poi perchè la morte genera delle cesure definitive impossibili da cicatrizzare. Quando una donna come Rebecca non ama Tommy come il figlio che ha partorito ed aiutato a crescere ma sempre e solo come l'incarnazione precisa dell'unico uomo che abbia mai amato, è impossibile che non si generino comportamenti ambigui venati di disturbante morbosità affettiva. Occorerebbe scegliere tra l'essere madre che accetta con dolore la perdita di una persona amata o fare la sposa inconsolabile che concede speranzosa alla scienza le spoglie dei suoi desideri sentimentali. É soprattutto la madre di Tommy a farsi carico di questa presa di coscienza, lei non ha mai condiviso la scelta di Rebecca ed ha un moto di rigetto quando si ritrova davanti, ormai adulto, la copia conforme del figlio defunto. Presa di coscienza che evidentemente appartiene anche a Rebecca che tuttavia, piuttosto che affliggersi in eterno, si è scelta un modo del tutto innovativo di aggirare il destino portando in grembo il frutto del suo unico amore. Sin dalle immagini che ritraggono Rebecca e Tommy bambini, Fliegauf ha inteso insinuare la sensazione che quello tra i due ragazzi fosse un rapporto eslusivo, di quelli nati per legare l'un l'altro per l'eternità. Sensazione questa accresciuta da un ambiente circostante che sembra fatto apposta per tenerli isolati dal mondo (ci troviamo nella parte orientale della Germania, nella penisola di Eiderstedt bagnata dal Mare del Nord). Una palafitta sulla spiaggia, mare, neve, vento che soffia forte, tutto soccorre a rendere unico il loro rapporto, a fare da cornice empatica a questo amore sottoposto a turbolenze continue, un amore che si nutre di silenzi che evocano più significati delle parole e dolori che implodono interiormente. Credo sia un buon film "Womb", uno shi-fi atipico si diceva, che parla dell'amore assoluto inducendo a riflettere sul legame non sempre semplice tra la scienza e la natura umana. 

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