Regia di Alan Parker vedi scheda film
Il sempre imprevedibile Alan Parker fa qui una delle cose migliori dell'intera carriera, portando in scena un dramma razziale con la precisione chirurgica di chi conosce il giusto mezzo tra il raccontare una storia appassionante e l'andare sufficientemente a fondo nelle cause.
Tanti sono i meriti ascrivibili ad Alan Parker e a Chris Gerolmo, rispettivamente regista e sceneggiatore di questo “Mississipi Burning”. Il primo, quello più facilmente individuabile, è l'essere riusciti a raccontarci una storia appassionante partendo da un fatto di cronaca, l'assassinio di tre attivisti nel 1964 in un paesino del Mississippi, cosa mai facile (il rischio di finire nel campo Vero-TV è omnipresente). Sono riusciti, in secondo luogo, ad offrirci una panoramica su quelle che potevano essere le ragioni alla base del delitto (in questo devo dire che per una volta il sottotitolo inventato dai distributori italiani è pertinente), cosa ancora meno facile quando si trattano temi come il razzismo. Vorrei in ultima istanza dar credito a Parker per come -per una volta- ha saputo tenere a bada il suo innato istinto di mostrare scene ad effetto. La qualità del prodotto finale ne ha risentito positivamente. Sul conto degli interpreti, Gene Hackman mostro assoluto di bravura: una delle migliori prove recitative di una lunghissima, memorabile carriera.
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