Regia di Woody Allen vedi scheda film
«Il presente è insoddisfacente perché la vita è insoddisfacente», dice Owen Wilson a Marion Cotillard in una scena di Midnight in Paris, in cui Woody Allen, regista e sceneggiatore del suo sesto film "europeo", pare allora voler espletare la sua visione pessimistica della vita umana, in riferimento al desiderio di scappare da un'obbrobriosa e deludente contemporaneità individuando un utopico rifugio in un'epoca storica lontana e dorata. Ma la verità è che Allen, grazie ad un finale rivelatore, lancia un monito inverso a quello apparente, e ben più speranzoso: approdare alla felicità infatti è possibile, ma solo per chi ha la forza e la perspicacia di aprire gli occhi sulla propria realtà minuta, dal momento che chi non sa staccarsi dalla fantasia e dall'onirismo è proprio colui che ha timore di mettere bene a fuoco la sua esistenza. E al di là del messaggio, il cineasta omaggia con scaltra ironia i grandi miti di un secolo fa (Picasso, Hemingway, Fitzgerald, Buñuel, Dalì, Gauguin...), nonostante i rimandi colti siano talora troppo "facili" e l'apice di divertimento raggiunto due anni prima da Basta che funzioni sia distante. Comunque, come alter ego del giovane Allen, Wilson è ottimo.
Il film è aperto e chiuso dal brano strumentale Si tu vois ma mère di Sidney Bechet.
BUON film (7) — Bollino VERDE
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