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Coriolanus

Regia di Ralph Fiennes vedi scheda film

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La recensione su Coriolanus

di Dom Cobb
8 stelle

La grandezza di un autore come William Shakespeare può essere misurata anche dalla modernità delle proprie opere, ovvero la capacità di essere sempre al passo con i tempi qualsiasi sia il contesto scelto per rappresentarle. Forse perchè, in fondo, le sue tragedie così come le sue commedie hanno sempre parlato di sentimenti umani universali. Magari anche Ralph Fiennes - grande attore di origini teatrali proprio scespiriane - avrà ragionato in questi termini quando, per il suo esordio alla regia, ha scelto la tragedia "Coriolanus", decidendo di ambientarla ai giorni nostri. Da questo punto di vista, l'idea di Fiennes regista e dello sceneggiatore John Logan è piuttosto ardita, perchè mescola la modernità, mantenendo, però, nomi e testo originali. Lo stesso Fiennes interpreta il militare Caio Marzio, il quale parte da Roma alla testa del proprio esercito per espugnare la città di Corioli (anche se, logisticamente, il contesto fa chiaramente riferimento alle guerre balcaniche). Suo acerrino nemico è Tullio Aufidio (Gerard Butler), con il quale si scontrerà fisicamente dopo una cruenta battaglia urbana. Il duello tra i due soldati viene interrotto a metà, ma Caio Marzio torna a Roma carico di gloria per la vittoria, tanto da meritarsi l'appellativo di Coriolano. La madre di Coriolano, Volumnia (Vanessa Redgrave) - una nobildonna spietata quanto ambiziosa nei confronti del figlio - grazie ai suoi agganci politici riesce a farlo nominare Console della città. Ma Caio Marzio si dimostra incapace come politico, nonchè, data la sua estrazione nobile, sprezzante nei confronti del popolo: non usa la diplomazia e affama la gente centellinando le scorte di viveri. Insomma, una vicenda che il Bardo aveva ambientato nell'antica Roma viene ricontestualizzata in un ambito attuale, dove ambizione, vendetta e bieche trame politiche la fanno più che mai da padrone; e dove spade, cavalli e messaggeri vengono sostituiti da fucili mitragliatori, carri armati e dalla costante presenza della televisione pronta a fornire in ogni istante le cosiddette "breaking news": lo stesso Coriolano, per esempio, viene "silurato" dal proprio mandato politico e condannato all'esilio proprio durante un comizio in diretta tv e, allo stesso modo, sono ancora le stesse telecamere che riprendono i feroci cortei di piazza dove i manifestanti mostrano striscioni e gridano slogan contro il Console-dittatore. Sono scene che paiono prese di peso dall'attuale situazione politica internazionale. Allontanato dalla città, Coriolano medita vendetta e si allea con il suo vecchio nemico per marciare su Roma e farne terra bruciata, ma il tragico epilogo avviene alle porte della città, dove il condottiero si ferma, perchè trova ad attenderlo l'amata moglie Virgilia (Jessica Chastain) con il figlio. Fiennes neo-regista sceglie perciò un'opera ambiziosa da tradurre in immagini, soprattutto alla luce di questa ricollocazione temporale che, se possibile, la rende ancora più attuale e, appunto, moderna. Sostenuto da un grande Direttore della Fotografia come Barry Ackroyd (collaboratore di Ken Loach e Paul Greengrass), Fiennes sceglie delle locations yugoslave, dove la guerra civile è ancora un ricordo recente; se la prima parte di film è più votata all'azione, con la battaglia di Corioli (che Fiennes dimostra di saper girare con senso del ritmo e della tensione), nel susseguirsi della vicenda il film assume i contorni del thriller-dramma politico, dove ciò che conta sono i gesti, le scelte, le parole pronunciate dai protagonisti. Fiennes interpreta Coriolano quasi ad occhi chiusi, avendolo già portato a teatro diverse volte nel corso degli anni; nel film incontra altri grandi veterani quali Vanessa Redgrave e Brian Cox, che assicurano anch'essi grandi prestazioni attoriali. Per Jessica Chastain il film rappresenta un altro tassello per la propria affermazione come attrice e come dimostrazione delle proprie capacità. Rappresenta forse una scelta inconsueta Gerad Butler nei panni di Tullio Aufidio: per l'attore, più conosciuto per le parti da "duro" o all'interno di opinabili commedie sentimentali, si tratta di un modo per smarcarsi dai soliti ruoli e, almeno personalmente, credo che si sia dimostrato funzionale al proprio ruolo. Un'ultima nota: "Coriolanus" non è mai stato distribuito in Italia, non solo su grande schermo, ma nemmeno in un qualsiasi formato home video (al contrario di tutti gli altri paesi, dove è regolamente rintracciabile in Blu-Ray e DVD). Per poterlo vedere, perciò, occorre fare riferimento ad una di queste "vie traverse" e farsi aiutare dai sottotitoli, dati i dialoghi in inglese "aulico". Probabilmente, dato il tempo già trascorso, "Coriolanus" mai avrà una distribuzione qui da noi e va ad allungare la lista - già lunghissima - di titoli completamente ignorati dagli esercenti nostrani. Fare un elenco sarebbe inutile in questo frangente: tutti conosciamo, bene o male, i titoli che mancano ancora all'appello. In più, il film di Fiennes (che sta già pianificando un'altra regia: cadrà anch'essa nel dimenticatoio?) mi porta ad un'altra conclusione: non importa la presenza di attori più o meno famosi (e, da questo punto di vista, "Coriolanus" ha un cast di tutto rispetto), registi di classe o il fatto che il film sia nato in un paese cinematograficamente importante; se i nostri distributori, dall'alto della loro (niente affatto) infinita saggezza "annusano" il rischio di introiti meno remunerativi, condannano all'oblio opere spesso personali ed interessanti. 

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