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Margin Call

Regia di J.C. Chandor vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Margin Call

di sasso67
8 stelle

Mi è capitato di vedere prima A Most Violent Year, poi All Is Lost e infine Margin Call, che è il primo film di J.C. Chandor. Con questo procedimento a ritroso,  si nota ancora meglio il progresso artistico del regista americano, soprattutto in termini di personalità, perché dal punto di vista puramente tecnico e narrativo le carte erano in regola già fin dall'esordio. Quello di Margin Call è un cinema sul pezzo, subito sulle cose che accadono intorno a noi (per questo verso fa pensare a Tutti gli uomini del presidente), che cerca di inserire elementi di etica nel mondo assai poco etico dell'altissima finanza. È un mondo criptico, del quale gli stessi protagonisti stentano a capire i meccanismi: lo stesso personaggio interpretato da Kevin Spacey ammette più volte di non capire granché di percentuali, scostamenti o margini di variazione. È un mondo fortemente gerarchizzato, nel quale tuttavia è difficile comprendere il ruolo di ciascuno: sembra di capire che le vere intuizioni possano venire soltanto dai giovani, ancora freschi di studi universitari e con la mente sgombra dalle manovre per avanzare in carriera, mentre i grandi capi sembrano pensare soprattutto ai fatti loro, a scaldare la sedia, in attesa che cifre a sette od otto zeri si depositino mensilmente sui loro conti correnti.

Un difetto rilevabile nel copione di Chandor è costituito dall'aver voluto inserire qualche crisi di coscienza di troppo tra i personaggi del film, anche se si ha più di un dubbio che a sconvolgere Kevin Spacey sia la morte dell'amatissimo cane, piuttosto che la rovina finanziaria di tante famiglie americane (e non solo). In ogni caso, la crisi del 2008 è stata un evento che ha sconvolto il mondo americano delle banche d'affari e può sicuramente avere sconvolto anche delle persone. Tuttavia, di pentimenti veri e propri ne abbiamo conosciuti ben pochi, anche perché alla fine, nella realtà, pochissimi pesci grossi sono andati in galera, mentre sono saltate le teste di molti impiegati e quadri minori. È la stessa cosa nel film: i grandi capi approfitteranno del baratro sul quale si stanno muovendo per fregare i clienti e fare ancora più soldi; chi ha collaborato con loro, magari ingoiando orgoglio ed onestà, potrà continuare a scaldare la poltroncina con le ruotine, mentre qualche piccola testa rotolerà via nel silenzio generale.

Chandor, come dicevo all'inizio, dimostra già, al suo esordio, una bella mano di regista, anche se in fatto di personalità - con trame ancora più originali ed un approccio ancor più personale - saprà fare indubbiamente meglio nel prosieguo della carriera, almeno fino a oggi.

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