Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Il mondo è minacciato continuamente da quei pazzi estremisti islamici. Ogni anno muoiono migliaia di persone a causa di questi signori del terrore. Ed ora il loro sguardo si è puntato sul nostro paese. Una strage annunciata. Se non fosse per Checco Zalone, il miglior agente di sicurezza della storia, talmente prudente da non far passare ai controlli neanche gli ambasciatori del Dalai Lama.
Questa è la trama di Che bella giornata, il film campione d’incassi del comico pugliese, il quale è alla sua seconda volta sullo schermo. Il film non aggiunge né toglie nulla a quanto aveva detto il suo predecessore: ovvero niente.
Se il primo film non aveva voluto sviscerare dei concetti fondamentali per quanto riguarda l’Italia, in questo film decidono di allargare i propri orizzonti, arrivando a toccare la cultura mediorientale, senza però preoccuparsi del fatto che, analizzando meglio determinati aspetti, potevano davvero fare qualcosa di, perlomeno, decoroso.
Cosa che non hanno voluto fare, perché facendo un film troppo intellettuale molte persone del pubblico in sala avrebbero gridato: “Che rottura di cogli**i” e si sarebbero allontanate bestemmiando dalla sala.
Quindi il film mantiene, secondo me, volutamente il pessimo livello qualitativo, poiché innalzandolo troppo sarebbe andato oltre le aspettative del pubblico e, quindi, avrebbero perso una notevole fetta della torta.
Torta che hanno effettivamente mangiato per festeggiare lo straordinario successo ottenuto.
Regia: la stessa inespressiva regia del film precedente
Sceneggiatura: un pochino meno imbarazzante di quella precedente. Ma il miglioramento è impercettibile
Recitazione: hanno tutti l’aria di essere mal pagati per dire le battute del copione. Solamente qualche gag con Rocco Papaleo riesce a tenere su il morale
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