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Vento di primavera

Regia di Roselyne Bosch vedi scheda film

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La recensione su Vento di primavera

di fratellicapone
9 stelle

...la retata degli ebrei parigini da parte della polizia francese...un orrore poco noto e solo di recente trattato dal cinema...

Il film tratta della grande retata degli ebrei eseguita dalla polizia francese il 16 luglio 1942, quando la Francia era stata occupata dai tedeschi e c’era il governo collaborazionista del maresciallo Petain. Sembra impossibile che una città così tollerante possa di colpo trasformarsi, con la collaborazione dei più e della polizia francese, in un vero e proprio inferno.

Il film tratteggia molto bene i vari piani della storia. Gli ebrei increduli a che la loro persecuzione potesse andare aldilà di una formale esclusione dalla vita sociale, i tedeschi che reclamavano la consegna di venticinquemila ebrei da deportare in Germania, i burocrati del massacro che a Berlino si lamentavano che non avrebbero potuto “trattare” più di ottomila unità al giorno (l’orrore che nascondono queste parole è un vero e proprio abisso di violenza e disumanità mascherato da efficientismo) perché i forni non erano tutti pronti e, infine, Petain e i suoi collaboratori proni ad eseguire gli ordini dell’occupante e a mettere a disposizione la polizia francese. Infatti solo le autorità francesi avevano i registri e gli elenchi della popolazione ebraica, elenchi e registri in perfetta efficienza e aggiornati e senza la loro collaborazione i tedeschi non avrebbero mai potuto individuare uno per uno gli ebrei.

Questo è l’aspetto più brutale del film, la polizia francese che esegue con immediatezza, crudeltà ed efficienza gli ordini tedeschi, diventando anche lei come delle SS. E’ anche impietoso vedere emergere il razzismo dei vicini che gioivano delle persecuzioni contro gli ebrei e applaudivano alla retata. In verità nel film ci sono atti compassionevoli in questo grande tritacarne del Velodomo, i pompieri che disattendendo gli ordini distribuiscono acqua ai tredicimila ebrei, l’infermiera francese che si prodiga per assistere i casi più disperati, il poliziotto che lascia fuggire una ragazza ebrea. In effetti l’ordine tedesco di rastrellare venticinquemila ebrei fallì perché molti furono aiutati e nascosti dai francesi. Da segnalare la battuta di Hitler che quando chiedeva la consegna degli ebrei a Mussolini o a Franco non riusciva a ottenere niente.

Allucinanti sono le scene all’interno del Velodromo, che poi sarà abbattuto dopo la guerra, gente ammassata uno sugli altri, senza cibo né acqua e poi portati in un campo di concentramento vicino Parigi e da qui passati ai tedeschi e spediti in Germania su vagoni piombati. Deportati solo gli adulti, i bambini con scene strazianti saranno separati dalle madri (in Germania non erano ancora pronti a “trattare” tutti) e successivamente spediti anche loro a morire.

Il fatto che nel film non sia stata inserita una storia individuale ma sia un film corale per me è un pregio e non un limite. Non c’è spazio per storie in un carnaio simile. Una critica al titolo italiano, del tutto incomprensibile. Molto meglio il titolo francese immediato come una coltellata nella schiena "raffle".

Sono pochi i film che fanno i conti con questi episodi ignominiosi e sicuramente nascosti della storia francese. Per esempio il film più vecchio è  “Le saveur” di Mardore, “Lancombe Lucine” di Malle e, proprio sull' efferato episodio del Velodromo di Parigi, “La chiave di Sara” di Brenner.

C’è da dire che che i francesi hanno avuto il coraggio di trattare questi episodi così efferati della loro storia. In Italia manca una filmografia, anche minima, che tratti della di analoghi episodi che sicuramente ci sono stati. Dall’Italia gli ebrei furono deportati e certamente le autorità di polizia avranno collaborato come in Francia per consegnare gli ebrei, basti pensare al Binario 21 della stazione centrale di Milano. Ci sono opere televisive sugli eroi che salvarono centinaia di ebrei a rischio della loro vita (il commissario Palatucci, Giorgio Perlasca ed altri) ma film sull’aspetto buio della nostra storia e sul ruolo delle istituzioni e del loro coinvolgimento non ricordo di averne visti.

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